22/08/2006, 00.00
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Malaysia: volantini invocano la morte di un avvocato legato a Lina Joy

La campagna intimidatoria è contro Malik Imtiaz Sarwar, membro del Consiglio degli avvocati, che ha sostenuto l'appello alla Corte federale della musulmana convertita al Cristianesimo. Già a luglio il Consiglio è stato oggetto di critiche da parte di estremisti intenzionati a "difender l'Islam" nei tribunali civili.

Kuala Lumpur (AsiaNews) – In Malaysia circolano volantini, che invocano la morte di un noto avvocato impegnato nel caso di Lina Joy, la musulmana convertita al Cristianesimo, e che ha sollevato un acceso dibattito all'interno del Paese. Oggetto delle minacce è Malik Imtiaz Sarwar, che a nome del Consiglio degli avvocati ha svolto ruolo di osservatore nel caso d'appello della Joy. Anche vice presidente della National Human Rights Society, nel 2005 Malik è stato tra i principali esponenti del Comitato, che ha proposto al governo la formazione di una Commissione nazionale interreligiosa. 

Ieri è arrivata la dura condanna di Yeo Yang Poh, presidente del Consiglio degli avvocati, secondo il quale i volantini mirano ad intimidire e fare pressione su un avvocato, che adempie al suo ruolo. "Il nostro sistema giudiziario prevede che le parti abbiano il diritto di essere ascoltate - spiega Yeo - è quindi dovere di ogni avvocato e legale presentare il caso del proprio cliente senza essere influenzato da paure o favoritismi". Denunciando come "vergognosa" la circolazione dei volantini minatori, Yeo li definisce un attacco alle fondamenta del sistema giudiziario nazionale. Egli invita poi le autorità ad aprire subito un'indagine per identificare i responsabili dell'iniziativa.

Da mesi il caso di Lina Joy infiamma il dibattito all'interno della società civile e degli ambienti giudiziari malaysiani. La donna, convertitasi al Cristianesimo nel 1998, ha chiesto che venga tolta la parola "Islam" dalla sua carta d'identità (che esprime la religione di appartenenza) prima all'anagrafe e poi alla Corte di appello. Entrambe le istanze hanno rifiutato e la Joy si è appellata alla Corte federale, di cui si attende il verdetto. Di fatto nel Paese esistono due legislazioni: quella islamica e quella costituzionale che spesso entrano in conflitto. Nel caso di Lina Joy è evidente: la Costituzione garantisce la libertà di religione; la legge islamica proibisce la conversione a un'altra religione.

Già da alcune settimane il Consiglio degli avvocati è nel mirino di gruppi radicali islamici, che lo ritengono "di parte", in quanto ha sostenuto il diritto della Joy a fare appello. Contro il Consiglio si è espresso a luglio il neo nato gruppo Peguam Pembela Islam (PPI), o "Avvocati in Difesa dell'Islam". Il movimento si propone di difendere l'Islam da presunti attacchi alla religione nei tribunali civili e di contrastare "chiunque invochi uno Stato laico, in cui l'Islam si sottometta alla Costituzione".

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