22/06/2005, 00.00
LIBANO
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Michel Edde (Lega Maronita) onora la memoria di George Hawi

di Youssef Hourany

Beirut (AsiaNews) – Il presidente della Lega maronita (un'associazione fondata nel '70 per sostenere la presenza maronita in Libano e nel mondo), ha reso onore stamane a George Hawi come "un pioniere del dialogo". In un'intervista ad AsiaNews egli sottolinea che l'assassinio del politico comunista, ucciso ieri in un attentato con autobomba, "si iscrive in un copione sanguinario che mira a dividere il Libano e a terrorizzare il suo popolo". Intanto, ieri sera e oggi sono continuati i cortei di persone che andavano a rendere omaggio ad Hawi, visitando il luogo in cui è avvenuto l'attentato.

"L'assassinio di Gorge Hawi, un combattente e un fervente democratico, è un nuovo atto terrorista. Esso si aggiunge al lungo copione sanguinario mediante cui gli autori e gli esecutori mirano a dividere il Libano e a terrorizzare il suo popolo". "Questo terrorismo organizzato, che è costata la vita di Rafic Hariri, Bassel Flaihan, Samir Kassir e che ha tentato di annientare Marwan Hamade, attenta alla vitalità politica libanese e alla sua nuova democrazia. Con George Hawi abbiamo perduto uno che lottava per aprirsi all'altro; un pioniere del dialogo sotto tutte le sue forme. Egli era noto per la sua resistenza all'occupazione israeliana e per la sua lotta sincera a favore dell'unità del Libano, della sua indipendenza, sovranità e sviluppo democratico".

Già ieri migliaia di persone, uomini e donne, si sono recate sul luogo dell'assassinio di George Hawi a Wata el-Msaitbeh. Portando bandiere rosse e cantando l'Internazionale (Hawi era un militante comunista), molti si sono raccolti attorno al cordone di sicurezza. Molti altri hanno deposto delle rose nel cratere procurato dall'esplosione, altri accendono candele attorno al luogo dell'assassinio.

Giovani militanti della sinistra democratica, con la sciarpa dell'Intifada dell'indipendenza attorno al collo, hanno issato cartelli con sopra le foto di George Hawi, Rafic Hariri e Samir Kassir. Su un altro cartello è scritto: "Salve Siria! Salve Lahoud! Chi è il prossimo?".

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