28/08/2008, 00.00
VIETNAM
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Minacce della polizia di Hanoi contro i Redentoristi e i fedeli che li sostengono

di J.B. An Dang
Con un evidente scopo intimidatorio, le forze di sicurezza contestano ai religiosi di utilizzare la loro influenze per incitare i fedeli al confronto col governo, distruggendo proprietà statali, riunendosi e pregando illegalmente in aree pubbliche e disturbando l’ordine pubblico.
 Hanoi (AsiaNews) – Le autorità di Hanoi sono passate alle minacce contro i Redentoristi ed i cattolici che li appoggiano e che chiedono il rispetto della legge nella controversia sui terreni di proprietà dei religiosi e della parrocchia di Thai Ha. La polizia ha annunciato accuse. Finora, le autorità locali avevano ripetutamente ordinate ai Redentoristi di smettere di riunirsi in preghiera sul terreno contestato (nella foto), di togliere la croce e le statue della Madonna che vi sono state collocate, mentre i pacifici dimostranti sono stati minacciati di “azioni estreme” se non rimuovono le tende che vi hanno piantato.
 
Significativamente le accuse della polizia sono state rese pubbliche con una conferenza stampa, tenuta mercoledì scorso. Vu Cong Long, un funzionario di polizia del distretto di Dong Da, ove sono i terreni in questione, ha contestato ai Redentoristi di utilizzare la loro influenze per incitare i fedeli al confronto col governo, distruggendo proprietà statali, riunendosi e pregando illegalmente in aree pubbliche e disturbando l’ordine pubblico.
 
Vu Cong Long ha anche rivolto critiche al superire dei Rdentoristi del Vietnam, padre Vincent Nguyen Trung Thanh, per la sua lettera aperta del 24 agosto, nella quale rinnova le accuse al governo locale che ha illegalmente preso il terreno e chiede a tutti i Redentoristi del Vietnam di essere solidali con quelli di Hanoi.
 
L’annuncio delle accuse da parte della polizia viene visto dai cattolici di Hanoi come una nuova forma di intimidazione, che segue la campagna di disinformazione e minacce lanciata dai media statali.
 
Da parte loro, i Redentoristi di Hanoi si dicono pronti ad andare in prigione per i loro fedeli e per la giustizia e si impegnano a continuare la protesta fin quando il diritto sarà ristabilito.
 
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