12/12/2011, 00.00
FILIPPINE
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Mindanao: 14enne americano rapito fugge, vagando scalzo nella giungla

Kevin Lunsmann è stato soccorso da alcuni abitanti di un villaggio della provincia di Basilan. Il giovane era stato rapito in luglio insieme alla madre e a un cugino, da un gruppo di criminali vicini ad Abu Sayyaf.
Manila (AsiaNews/ Agenzie) – Un giovane americano di 14 anni, rapito a Mindanao cinque mesi fa da un gruppo terrorista vicino ad Abu Sayyaf, riesce a fuggire dai suoi sequestratori vagando scalzo per due giorni nella giungla. Stanco, affamato e ancora sotto shock, Kevin Lunsmann, è stato ritrovato ieri dagli abitanti di un villaggio nella provincia di Basilan. Dopo essere stato nutrito e interrogato il ragazzo  stato consegnato ai funzionari statunitensi a Manila.

Secondo il capo della polizia, il giovane è riuscito a fuggire durante una sosta per il riposo, dopo aver ricevuto dai suoi rapitori il permesso di lavarsi dentro un ruscello. Raggiuntolo, si è allontanato di corsa seguendo per due giorni il corso d’acqua. “Era molto spaventato – afferma - e all’inizio è fuggito alla vista degli abitanti del villaggio, credendoli miliziani di Abu Sayyaf”.

Residente in Virginia (Usa), ma di origini filippine, Kevin Lusmann era stato sequestrato lo scorso 12 luglio insieme alla madre e a un cugino, mentre si trovava in vacanza con la famiglia in un’isola nei pressi di Zamboanga. In ottobre, i sequestratori hanno liberato la donna, abbandonandola sua una barca nel porto di Basilan. Il cugino è invece riuscito a fuggire durante uno scontro a fuoco fra membri di Abu Sayyaf ed esercito filippino, avvenuto nelle scorse settimane ad Akbar Town.

La regione di Mindanao, a maggioranza musulmana, è famosa per i frequenti rapimenti su riscatto da parte di criminali e paramilitari affiliati ad Abu Sayyaf, gruppo terrorista islamico vicino ad Al Qaeda. Da anni il gruppo compie attentati e sequestri in tutta la regione. I suoi membri sono noti per decapitare gli ostaggi in caso di mancato pagamento del riscatto. Tuttavia, a causa della forte povertà della regione, i sequestratori sono sempre di più criminali comuni, che sfruttano il business dei rapimenti. A tutt’oggi, il prezzo del riscatto varia da 14mila a 200mila euro per i filippini, e può giungere fino a 3 milioni di euro per gli stranieri. Gli ostaggi più a rischio sono i sacerdoti missionari stranieri attivi a Mindanao. Negli ultimi anni 13 missionari stranieri sono stati rapiti o uccisi. Fra questi anche due sacerdoti italiani del Pontificio Istituto Missioni Estere: p. Luciano Benedetti, rapito nel 1998 e rilasciato dopo tre mesi di prigionia, e p. Giancarlo Bossi, sequestrato nel 2007 e liberato dopo oltre due mesi.
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