09/12/2022, 15.06
IRAN
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Mohsen, i beluci e i minori iraniani nel braccio della morte

Lo sdegno suscitato dall'esecuzione del giovane impiccato per stroncare le proteste a Teheran arriva in un Paese che quest'anno ha già visto un escalation di oltre 500 esecuzioni capitali. Le denunce di altri detenuti uccisi tra i beluci. La preoccupazione dell'Onu per 85 under 18 su cui penderebbe una condanna.

Milano (AsiaNews/Agenzie) – Ha suscitato sdegno in tutto il mondo ieri l’esecuzione della condanna a morte a Teheran del barista 23enne Mohsen Shekari, la prima attribuita ufficialmente dagli stessi media iraniani a fatti legati alle proteste in corso nel Paese dalla morte di Mahsa Amini, la ragazza curdo-iraniana spirata il 16 settembre scorso dopo l’arresto da parte delle squadre della "polizia della morale". Dopo l’impiccagione di questo giovane - ad appena 75 giorni dal suo arresto e dopo un processo sommario - si moltiplicano in queste ore gli allarmi per altri detenuti che rischierebbero la stessa sorte. Amnesty International, in particolare, ha diffuso una lista di 12 persone legate alle proteste su cui penderebbe già una sentenza capitale e di altre 6 sotto processo per gli stessi reati.

Accanto a questi casi di cui si è avuta notizia, ci sono però anche quelli più difficili da verificare, soprattutto nelle regioni abitate dalle minoranze dei curdi e dei beluci, dove più dura è stata la repressione delle proteste. Nelle stesse ore in cui veniva messo a morte Mohsen Shekari, sui social network le comunità dei beluci - etnia sunnita - denunciavano l’esecuzione della condanna a morte di tre fratelli: Joma, Anushiravan e Naser Omarzehi, sostenendo che la maggior parte delle esecuzioni capitali stanno avvenendo in questa provincia del sud-est ai confini con il Pakistan. Altri due fratelli beluci, entrambi minori - Mohammad Rakhshani e Ali Rakhshani – si troverebbero inoltre in carcere con l’accusa di moharebeh, “l’inimicizia verso Dio”, contestata anche a Mohsen Shekari. Anche se il procuratore generale del Sistan-Baluchistan ha negato questa circostanza.

Il ricorso di queste ore alle esecuzioni capitali per reprimere le proteste arriva nel contesto di una escalation iniziata già molto prima delle manifestazioni di piazza di queste settimane. Secondo gli ultimi dati diffusi da Iran Human Rights (IHRNGO) nel Paese nel 2022 sono state già oltre 500 le pene di morte eseguite, il dato più alto degli ultimi 5 anni. E secondo un rapporto diffuso dall’Onu nell’ottobre scorso vi sarebbero ben 85 minori iraniani attualmente nel braccio della morte: la maggior parte apparterrebbero a gruppi emarginati o sarebbero persone a loro volta vittime di abusi.  

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