19/01/2010, 00.00
INDIA
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Mumbai, dall'inizio dell'anno oltre 20 suicidi fra studenti

Ieri un 14enne si è tolto la vita per un presunto provvedimento disciplinare: un giorno di sospensione per aver marinato la scuola. Vescovo ausiliare di Mumbai auspica maggiore cura in famiglia e una educazione globale, che vada oltre i risultati scolastici.
Mumbai (AsiaNews) – Dall’inizio del 2010 a Mumbai, capitale finanziaria dell’India, vi sono stati più di 20 suicidi fra gli studenti. L’ultimo caso si è verificato ieri, quando un giovane delle scuole superiori della St. Joseph High School, a Juhu, si è impiccato nella sua abitazione. Il gesto sarebbe legato ad un presunto provvedimento disciplinare ai danni del ragazzo – un giorno di sospensione – per aver marinato le lezioni il 15 gennaio scorso.
 
La polizia riferisce che Rajesh Yadav, 14 anni, si è ucciso nella sua casa di Mora Gaon, a Juhu, quartiere a ovest di Mumbai, verso le 11 del mattino. L’ispettore capo Deepak Katkade spiega che “venerdì scorso Rajesh è uscito di casa per andare a scuola, ma è stato scoperto da una delle sue insegnanti, Vijaya Hegde, mentre girovagava alla stazione degli autobus di Juhu”. Il giovane non ha voluto spiegare i motivi che lo hanno spinto a saltare le lezioni.
 
Il giorno successivo l’insegnante lo ha condotto dal preside, per un colloquio. Ieri il faccia a faccia fra il preside dell’istituto, Beena CJ, e il padre del ragazzo. Al termine dell’incontro sarebbe scattato il provvedimento di sospensione. Il responsabile dell’istituto nega che siano state inflitte punizioni: “Al ragazzo è stato detto – precisa Beena – che avrebbe ripreso le lezioni il giorno seguente. Non è stato sospeso da scuola”.
 
La notizia del suicidio ha scatenato la protesta dei vicini, che si sono diretti alla scuola intonando slogan contro il preside. La situazione si è calmata grazie all’intervento della polizia, che ha chiesto a Ramnarayan, padre di Rajesh, di spiegare la dinamica dei fatti. “La scuola non ha fatto nulla di sbagliato – ha dichiarato il genitore – e se mio figlio ha saltato le lezioni, in quel caso le autorità scolastiche avrebbero avuto tutto il diritto di punirlo”.
 
Il numero crescente di suicidi fra gli studenti desta preoccupazione nei vertici della Chiesa cattolica di Mumbai. Mons. Percival Fernandez, vescovo ausiliare e vice-presidente del Consiglio arcidiocesano per l’istruzione, è “rattristato nel vedere questa ondata di suicidi fra i giovani” e parla di “diversi fattori” che concorrono a determinare “una situazione così tragica”.
 
Tra le possibili cause, il prelato punta il dito contro la mancanza di “forza morale e amore” da parte di genitori e insegnanti. Mons. Fernandez guida il Consiglio direttivo dell’ospedale universitario di St. John ed è un’autorità nel campo della sanità. Parlando dei giovani, egli sottolinea che “hanno tutto il mondo nelle loro mani grazie alla tv, internet, telefoni cellulari… ma c’è un assoluto bisogno di ricostruirne la caratura morale: un compito che devono svolgere i genitori fra le mura domestiche e gli insegnanti a scuola”.
 
In riferimento ai metodi di insegnamento, il prelato aggiunge che “le scuole prestano maggiore attenzione ai risultati che alla ‘formazione globale’ del bambino e troppo spesso i genitori sono presi dal lavoro per badare ai figli”. “Mancano anche cura e amore – conclude – che oggi sono ancora più importanti. Per questo le scuole cattoliche hanno avviato programmi per l’insegnamento di questi valori base: un passo eccellente nella giusta direzione”.(NC)
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