30/11/2007, 00.00
PAKISTAN
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Musharraf annuncia la fine dello stato di emergenza

di Qaiser Felix
Nel suo primo discorso alla nazione come presidente, e non come generale, il leader di Islamabad annuncia per il 16 dicembre la revoca dello stato di emergenza. Washington applaude alla decisione, mentre i Partiti democratici annunciano il boicottaggio delle prossime elezioni parlamentari.
Islamabad (AsiaNews) – Nel suo primo discorso alla nazione come presidente in carica, e dopo aver ceduto il comando dell’esercito, il presidente Musharraf ha annunciato ieri che lo stato di emergenza nazionale proclamato lo scorso 3 novembre verrà ritirato il prossimo 16 dicembre. Musharraf ha tuttavia difeso il suo operato, ed ha puntato il dito contro “i terroristi, i media ed il sistema giudiziario, che con il loro comportamento mi hanno costretto a fare ciò che ho fatto”.
 
Durante il discorso, trasmesso a reti unificate, il leader di Islamabad ha detto: “Prima di proclamare lo stato di emergenza, ed emendare la Costituzione, ho assistito ad uno scontro fra poteri che avrebbe portato al collasso del Pakistan. Difendo le misure straordinarie, che comunque sono state appoggiate anche dai miei elettori”.
 
Nel frattempo, però, il terrorismo ha colpito con durezza. Negli scorsi giorni, infatti, sono aumentati gli attacchi nella valle dello Swat ed in altre aree tribali del Paese, così come gli attentati suicidi nelle metropoli. E’ proprio questa situazione, ha aggiunto Musharraf, “che mi ha costretto. Per me, e per ogni buon cittadino, il Pakistan viene prima di ogni altra cosa”.
 
Gli Stati Uniti hanno accolto “con fiducia” le parole del presidente, e Washington ha definito la scaletta presentata ieri “un buon passo in avanti verso una vera democrazia”. Meno buona la reazione del Movimento di tutti i Partiti democratici, che ha annunciato il boicottaggio delle prossime elezioni parlamentari, previste per l’8 gennaio, che verrà annullato “soltanto se tornerà in carica Iftikhar Chaudry, il vero presidente della Corte Suprema” deposto poche ore dopo la presa di potere dei militari.
 
Del Movimento fa parte sia la Lega musulmana guidata dall’ex premier Nawaz Sharif, rientrato in patria dopo un lungo esilio in Arabia Saudita, che il Partito popolare guidato da Benazir Bhutto. I due, indicati da Musharraf come “prova di democrazia all’interno del Paese”, starebbero lavorando ad un’alleanza politica con cui contrastare la nuova versione “civile” del presidente.
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