10/12/2013, 00.00
CAMBOGIA
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Natale: la luce di Dio fa respirare l'uomo

di Luca Bolelli
Cronaca di questo Avvento nella missione di Kdol Leu. Il servizio ai giovani studenti emigrati in città; l'amicizia coi buddisti; la scoperta del dono della fede. Il missionario non porta una fede "straniera", ma rivela un Dio che dà all'uomo un valore immenso. Dal p. Luca Bolelli, missionario Pime, da 6 anni in Cambogia.

Phnom Penh (AsiaNews) - Riportiamo di seguito la lettera che in questi giorni, p. Luca Boleli ha inviato ai suoi amici nel mondo.

 

Stung Trong (Kdol Leu) - Dicembre 2013

 

Carissimi amici,

si avvicina il Natale e con esso l'occasione di sentirci e farci gli auguri.

Spero stiate tutti bene. Vi ringrazio di cuore per l'aiuto e l'affetto che dimostrate in tanti modi alla nostra missione di Kdol Leu, ognuno in maniera diversa. Grazie, veramente.

Vi sto scrivendo dalla nostra casa di Stung Trong. Non credo di averne mai parlato nelle altre lettere, lo faccio ora.

Stung Trong è la cittadina che si trova dall'altra parte del fiume rispetto al nostro villaggio di Kdol Leu: è il punto dove si prende il traghetto per attraversare il Mekong e venire da noi. Fino a qualche anno fa, quando ancora si viaggiava solo via acqua, essa è stata un mercato di una certa importanza per questa zona. Ma anche ora mantiene una sua dignità. Un po' per le grandi piantagioni di caucciù e frutta che la circondano, un po' per la scuola superiore che raccoglie diverse migliaia di studenti, di fatto è ancora un centro di riferimento in quest'angolo di Cambogia.

Qui, incastrata tra una fila di case sulla strada che dalla banchina sale al mercato, la nostra missione di Kdol ha una piccola casa. Stretta e lunga, a due piani, si trova ad un'ottima distanza dal Liceo dove studiano i nostri giovani. Non è un gioiello di architettura, lo ammetto, specialmente la scala di ferro che s'arrampica dall'esterno, a volte rovente come un barbecue, altre volte inzuppata di monsoni.

La chiamo casa, ma se mi sentisse si offenderebbe, perché in realtà dovrebbe essere un... Centro Studentesco! Uso il condizionale perché siamo ancora molto lontani dalla meta, ma stiamo camminando e in ogni caso essa sta già facendo un prezioso servizio. Ogni giorno una trentina di studenti del nostro villaggio trovano qui un punto d'appoggio, un luogo famigliare dove poter studiare, crescere e riposare. Alcuni dopo la scuola tornano a casa, gli altri invece dormono qui. Ad accompagnarli come educatori, ci sono Srey Phoan e Ta Phol.

Srey Phoan si è da pochi mesi laureata in economia a Phnom Penh, ha 26 anni e viene da un villaggio vicino a Kdol Leu. Tre anni fa, dopo un lungo cammino iniziato quando ancora era studente delle superiori proprio qui a Stung Trong, ha ricevuto il battesimo. I suoi genitori sono buddisti ma non si sono opposti alla scelta della figlia, anzi siamo in ottimi rapporti. Una volta con il papà sono anche andato a conoscere i monaci della pagoda vicino a casa loro. È una ragazza molto sensibile, si è subito messa sotto con i nostri studenti. Addirittura un giorno ho scoperto che si svegliava alle quattro del mattino per insegnare inglese ad un gruppetto di loro. Gliel'ho vietato, "la notte è fatta per dormire!", ma in cuor mio ho apprezzato molto la sua dedizione.

Ta Phol invece è cristiano fin da quando era in fasce, e sono ormai passati più di settant'anni. Nativo di una fetta di Vietnam che una volta è stata Cambogia, ha sposato una giovane del nostro villaggio che gli ha dato quattro figli. Rimasto vedovo, dopo aver "maritato" l'ultimogenita, l'anno scorso è venuto a trovarmi per mettersi a disposizione: "Sono vecchio, mi ha detto, ma se hai bisogno di me, eccomi qui". Evviva la Provvidenza! Stavo proprio cercando una persona che abitasse stabilmente nella nostra nuova casa di Stung Trong. Da giovane Ta Phol ha vissuto diversi anni nel monastero benedettino che c'era in Cambogia prima della guerra, ma alla fine ha deciso di non prendere i voti. Una certa indole monastica gli è comunque rimasta: preghiera, lavoro e poche parole. Ogni tanto lo trovo arrampicato sul tetto a rimettere insieme le lamiere, oppure giù di sotto a cercare di sistemare i tubi degli scarichi. Di fatto la domenica, quando Srey Phoan e i ragazzi sono al villaggio, Ta Phol rimane l'unico cattolico in tutto questo vasto distretto. Non sempre la salute gli permette di fare un salto dall'altra parte del fiume per partecipare alla Messa con noi, ma in ogni caso lui va avanti lo stesso, con il suo breviario in cambogiano, il suo rosario in vietnamita, la sua bibbia in francese... Più cattolico di così!

Poi ci sono gli studenti, ognuno di loro è un mondo, e anche qui capita che "chi ha pane, non ha denti". Come Srey Phia che ieri sera ha raccolto tutti i suoi libri e vestiti, e ha fatto per andarsene. Sono riuscito a parlargli in tempo e mi ha spiegato che non ha più "acqua nel cuore" (questa è la traduzione letterale) per continuare a studiare. I suoi genitori non l'appoggiano, i fratelli insistono che è meglio lavorare, i risultati a scuola non sono particolarmente eccellenti, e allora... basta così, meglio andarsene in Thailandia e fare veramente qualche soldo. Abbiamo parlato, e alla fine il suo cuore ha ritrovato un po' di acqua per decidere di continuare gli studi. Anche lei è di famiglia non cristiana, lo zio è il monaco-capo di una pagoda qui vicino, ma lei ha sentito fin da piccola una certa attrazione per Gesù. Un giorno mi ha detto "scoprire che c'è un Padre nei Cieli di cui sono figlia dà luce a tutto". È ancora in ricerca, sta cercando di capire. È in cammino, e questo è l'importante.

Qualche settimana fa a Phnom Penh ho incontrato per caso un giovane italiano che sta girando il sud-est asiatico. Come può capitare in questi casi, quando sanno che sei un missionario, ti senti accusato più o meno velatamente di portare una religione straniera, che non è certo migliore delle altre, di non rispettare la cultura locale, insomma di non fare certamente il bene di questo popolo. Capisco queste obiezioni, le accolgo come sane provocazioni, ma devo anche ammettere che più vivo in Cambogia, più mi sento confermato dal vedere come il Signore Gesù e il suo Vangelo fanno invece un gran bene a chi ha la fortuna di conoscerli. Il concetto che ognuno ha (o non ha) di Dio si riflette su quello che ha dell'uomo: il Dio che Gesù ci ha fatto conoscere proietta sull'uomo, ogni uomo, un valore immenso. E in questo il Vangelo fa la differenza. Ed è proprio questa differenza che sta accompagnando la vita di Ta Phol, l'impegno di Srey Phoan, la ricerca di Srey Phia e il cammino della nostra casetta che un giorno diventerà un Centro dove speriamo tanti altri giovani potranno respirare aria buona, la stessa della grotta di Betlemme: aria ricca di Dio e di uomo, abbracciati insieme, come in quel Bambino.

Buon Natale a tutti!

 

P.Luca   

 

 

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