09/10/2008, 00.00
TURCHIA-GERMANIA
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Nel nome di Paolo, vertice ortodosso in Turchia

All’incontro, dopo anni, sarà presente anche il patriarca di Mosca. Il sindaco di Colonia chiede ad Erdogan di mantenere l’impegno a sostenere la costruzione di un centro cristiano a Tarso, ricordandogli di essersi schierato a favore della costruzione di una moschea nella sua città.
Istanbul (AsiaNews) – I patriarchi ortodossi si riuniscono da domani ad Istanbul, ove ha sede il Patriarcato ecumenico, per celebrare i duemila anni della nascita di San Paolo. L’incontro vedrà riuniti dopo parecchi anni, i vertici dell’ortodossia, grazie alla annunciata presenza di Alessio II, patriarca di Mosca, che questa volta si unirà con i suoi confratelli, tra i quali quelli di Egitto (Teodoro d’Alessadria), Siria (Ignazio di Antiochia) e Israele (Teofilo di Gerusalemme), oltre che con il patriarca ecumenico Bartolomeo I.
 
La riunione prevede due giorni di incontri e, domenica, una celebrazione comune.
 
Proprio la celebrazione dell’Anno paolino ha visto anche una iniziativa del sindaco di Colonia, Fritz Schramm, che ha scritto una lettera al premier turco Recep Tayyip Erdogan, per ricordargli l’impegno preso a favore della costruzione di un centro cristiano a Tarso, città natale dell’apostolo.
 
Il sindaco di Colonia ricorda in particolare ad Erdogan un impegno a dare “il suo sostegno personale” alla realizzazione del centro di pellegrinaggio dedicato all’apostolo nella sua città natale. Shramm afferma che l’impegno di Erdogan sarebbe “un chiaro segno a favore della tolleranza religiosa” e rammenta di essersi personalmente impegnato a favore della costruzione di una moschea a Colonia. “Mi farebbe piacere – scrive – se la Turchia desse un segno analogo”.
 
Attualmente a Tarso, ufficialmente non ci sono né chiese né cristiani. Nel 1884 era stata aperta una chiesa, da parte del cappuccino italiano p. Giuseppe da Genova, ma, a cavallo tra le due guerre mondiali, è stata chiusa per mancanza di personale e di cristiani. Attualmente l’unica presenza cristiana dichiarata è quella di tre suore italiane, Figlie della Chiesa, che risiedono in un appartamentino preso in affitto. Per il culto dei pellegrini, le autorità locali danno la possibilità di celebrare in una chiesa museo (nella foto), da poco restaurata e aperta al pubblico.
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