19/09/2025, 13.05
ARMENIA
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Nella sfida con Karekin II Pašinyan apre agli evangelical Usa

Dopo l'accordo con Baku sul Nagorno Karabakh, lo scontro politico-religioso in Armenia si gioca anche negli Stati Uniti. L'ambasciata armena ha reso noto un incontro con Matthew Potter, co-fondatore della piattaforma Pray.com. Nuovo tentativo di Pašinyan di ridimensionare l'autorità storica della Chiesa apostolica armena.

Roma (AsiaNews/Agenzie) - È vivo più che mai lo scontro interno all’Armenia tra il primo ministro Nikol Pašinyan e l’opposizione che guarda al Catholicos della Chiesa apostolica armena Karekin II. Scontro che con la firma a Washington di inizio agosto del testo di un accordo di pace con l’Azerbaigian, mediato da Trump, coinvolge sempre di più anche gli Stati Uniti, nel tentativo di Pašinyan di contrastare i critici - ex presidenti e diversi religiosi, che il leader armeno non ritiene “degni”  - accusati a giugno del tentativo di un colpo di Stato orchestrato della Russia, che ha condotto all’arresto di vescovi e sacerdoti. 

L’8 settembre l’ambasciatore dell’Armenia negli Stati Uniti Narek Mkrtchyan ha incontrato Matthew Potter, co-fondatore della piattaforma Pray.com, espressione del mondo evangelical americano, tra i principali supporter di Trump. “Durante l’incontro sono state discusse le possibilità di promuovere la ricca storia e il patrimonio cristiano dell'Armenia sulla piattaforma”, ha reso noto l’ambasciata. Pray.com è uno spazio online “per la comunità cristiana, che offre preghiere quotidiane, racconti biblici e podcast spirituali”, viene specificato. Il contatto potrebbe apparire come un incontro diplomatico sulla valorizzazione dell’identità armena, legata indissolubilmente al cristianesimo - l’Armenia vi aderì nel 301 d.C.; ma per ambienti vicini a Karekin II, come il sito 301.am, sarebbe in realtà l’ennesimo tentativo di Pashinyan di contrasto alla Chiesa apostolica armena, col pretesto di una “modernizzazione”. 

Nikol Pašinyan sta perseguendo una linea politica di pacificazione e di allineamento alle posizioni occidentali. Cruciale la firma dell'accordo di agosto con il leader azero Ilham Aliev, immortalato con Trump e Pašinyan nello studio ovale. L’intesa - che prevede però un ulteriore “perfezionamento” - mira a chiudere il trentennale conflitto per il controllo del Nagorno Karabakh, riannesso da Baku con un’offensiva lampo esattamente due anni fa, il 19 settembre 2023, dopo un blocco di nove mesi. Con la firma di fatto gli Stati Uniti hanno sostituito la Russia nel ruolo di mediazione. Ma proprio la condizione delle oltre 100mila persone sfollate da quella che per Erevan è l’ex Repubblica dell’Artsakh è stato uno dei temi dell’incontro tra il Catholicos Karekin II e papa Leone XIV, che l’ha ricevuto in udienza a Castel Gandolfo tre giorni fa. Proprio le sorti di quel conflitto acuirono le tensioni tra Pašinyan e la Chiesa apostolica armena: Karekin II chiese le dimissioni del primo ministro dopo la tragica sconfitta armena.

In questo contesto si inseriscono anche i contatti degli ultimi giorni con i vertici di Pray.com, che si presenta come “l’app numero uno al mondo per la preghiera quotidiana e i contenuti audio biblici”. La piattaforma è sostanzialmente una start-up della Silicon Valley, che prevede abbonamenti fino a 100 dollari all’anno, in cambio di contenuti “spirituali” ogni giorno. A destare allarme, oltre al modello di business, è anche la gestione dei dati degli utenti. Milioni di account sarebbero al centro di una fuga di dati, tanto che diversi organismi di controllo della privacy l’hanno segnalata come non sicura. Altrove l’accusa è di “esportare” una narrativa evangelico-protestante chiusa e americanizzata, che emargina le chiese tradizionali, com’è storicamente quella armena.

Nei fatti, il tentativo dall’amministrazione Pašinyan è di attuare misure volte a screditare la Chiesa apostolica armena, privandola dell’autorità e dell’influenza, che si basa proprio sull’antica tradizione cristiana, fattore portante dell’identità nazionale. Pašinyan non evita di definire i vertiti religiosi “corrotti”, chiedendo a sua volta le dimissioni di Karekin II. Una possibile partnership instaurata con Pray.com eroderebbe di fatto il potere di Echmiadzin, storica sede del Catholicos. È chiaro, infatti, che “la ricca storia e il patrimonio cristiano dell’Armenia”, come la definisce l’ambasciata armena negli Usa, è già ampiamente promossa dagli stessi monasteri e da una cultura cristiana senza eguali, che con la diaspora ha raggiunto tutti i continenti.

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