Nepal, la folla sfila per chiedere piena democrazia
Katmandu (AsiaNews/Agenzie) Più di 10 mila persone sono scese in piazza il 1° maggio per chiedere al re il ritorno alla democrazia. Nella capitale il corteo ha sfilato con cartelli e slogan, ma la polizia ha impedito alla marcia di raggiungere il centro, zona off limits per le manifestazioni.
Il 30 aprile il re Gyanendra ha dichiarato la fine dello stato di emergenza, ma continua ad essere l'unica guida del governo: ha infatti sospeso i poteri del Parlamento.
Lo stato d'emergenza era stato varato dal monarca il 1° febbraio: in quell'occasione il sovrano ha dichiarato che "14 anni di democrazia avevano portato solo ad una diffusa corruzione e ad un massacro di oltre 11 mila persone da parte dei ribelli maoisti". La decisione aveva suscitato parecchie critiche all'interno del Paese e all'estero.
Il re ha dichiarato la fine dell'emergenza solo dopo una visita in Cina, Indonesia e Singapore dove il Segretario generale Onu Kofi Annan e molti leader di paesi asiatici gli hanno chiesto di ripristinare la democrazia. Il sovrano è sensibile alle richiesta Onu, che garantisce l'arrivo di aiuti umanitari nel Paese, fondamentali per nutrire la popolazione.
I poteri del parlamento rimangono però sono sospesi. Restano in prigione centinaia di oppositori politici arrestati in questi mesi; sono proibiti i telefoni cellulari e la stampa viene pesantemente censurata.
Intanto il partito maoista ribelle, risulta in gravi difficoltà interne. Il leader dei maoisti, Prachanda, ha ammesso una scissione nella leadership e ha confermato che il numero 2 del partito, Bhattarai, ha compiuto "attività divisioniste dentro il partito". Secondo varie fonti Bhattarai è stato espulso dal partito per le sue critiche verso la politica violenta e guerriera attuata negli ultimi anni dai maoisti.