10/11/2008, 00.00
COREA DEL SUD – COREA DEL NORD
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Nord Corea, prete cattolico gestirà un centro sociale a Pyongyang

La struttura, guidata da padre Paul Kim Kwon-soon, fornirà cibo e cure mediche agli operai di una fabbrica nei pressi della capitale. Il centro è aperto anche agli abitanti delle aree circostanti. È il primo missionario a mettere piede in maniera stabile in Corea del Nord in 60 anni, dalla presa di potere del regime comunista che ha sterminato preti e suore.

Seoul (AsiaNews/Ucan) – Per la prima volta in oltre 60 anni un prete cattolico andrà in missione in Corea del Nord: p. Paul Kim Kwon-soon (nella foto), dell’ordine dei Frati minori, si trasferirà a Pyongyang alla fine di novembre e si occuperà dei lavoratori di una fabbrica realizzata grazie a un progetto comune fra le due Coree.

Al rientro da un sopralluogo in Nord Corea, p. Kim riferisce all’agenzia Uca News che si occuperà di un centro sociale della capitale, che fornirà cure mediche, cibo e un bagno pubblico con il benestare del governo comunista anche se “sanno che sono un prete cattolico”. Egli potrà beneficiare di un visto turistico da rinnovare ogni due mesi.

Dal 29 ottobre al primo novembre una delegazione formata da 260 sud-coreani ha visitato la Corea del Nord per celebrare la fine dei lavori di costruzione del primo progetto inter-coreano: si tratta di una azienda, la Pyongyang Hemp Textile Company, che si occupa della produzione di salviette, calzini e coperte. Un progetto co-finanziato dai due Paesi – ancora in attesa di firmare un trattato di pace dalla fine della guerra civile del 1950 – con un investimento di 30 milioni di dollari ciascuno. Il 30 ottobre mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejon – cittadina al centro della Corea del Sud – ha presieduto all’inaugurazione ufficiale del complesso.   

P. Kim sottolinea che il nuovo centro sociale, costruito su tre piani e affidato alla sua cura, è situato negli spazi adiacenti la fabbrica e fornirà agli operai check-up medici, pasti caldi e taglio dei capelli. Esso può garantire cibo per 1500 lavoratori al giorno. “Il centro rappresenta una svolta epocale – afferma il religioso – per quanto concerne gli interventi umanitari per il nord”. In passato era concesso inviare “solo aiuti umanitari”, mentre ora è possibile “fornire un servizio diretto sul posto”. Una conquista raggiunta grazie ad uno “sforzo enorme” di mediazione e dialogo messo in campo dall’Ordine dei frati minori con la controparte nord-coreana, durato oltre tre anni prima di giungere a compimento.

Il primo di novembre, poco prima di rientrare nella Corea del Sud, mons. You ha celebrato una messa alla chiesa di Changchung, la sola chiesa cattolica presente nel Nord, per ringraziare Dio dell’apertura del centro. Alla funzione religiosa hanno partecipato 50 cattolici sud-coreani, fra cui otto preti e quattro religiosi; nessuna presenza, invece, di parte nord-coreana, dove permane il ferreo divieto di praticare la religione ed è concesso solo il culto del “caro leader” Kim Jong-il.

L’obiettivo del centro, chiarisce p. Michael Lee Chang-jun, segretario di Caritas Corea, non è solo quello di sostenere gli operai, ma intende garantire un aiuto concreto anche alla popolazione che vive nei sobborghi adiacenti la fabbrica. Cecilia Lee Seung-jong, responsabile di Caritas internazionale per la Corea del Nord, aveva definito l’accordo inerente la gestione del centro “uno sviluppo significativo” nelle relazioni con Pyongyang.

Secondo fonti della Chiesa, in Nord Corea vi sono 3000 cattolici che praticano la loro fede “in luoghi di culto all’interno di abitazioni private” sparsi in tutto il Paese, senza preti o suore permanenti. Tra il 1949 e il 1950, in seguito alla presa di potere dei comunisti guidati dal “Padre della Patria” Kim Il-Sung, tutti i preti e le suore sono stati uccisi o fatti sparire.

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