21/09/2015, 00.00
IRAN - ONU
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Nucleare iraniano: Il capo dell’Aiea visita il controverso sito di Parchin

Yukiya Amano ha varcato ieri i cancelli del sito militare, sospettato in passato di ospitare esperimenti volti alla produzione della bomba atomica. Una vista svolta nel contesto degli sforzi in atto per dirimere “ambiguità” relative al “carattere militare” del programma nucleare di Teheran. Per il presidente Rouhani il popolo è favorevole all’accordo.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Il capo dell’Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Yukiya Amano ha varcato i cancelli del controverso sito militare iraniano di Parchin, situato a circa 30 km a sud-est di Teheran. Il centro - sottoposto a lavori di ristrutturazione - è stato a più riprese oggetto di controversia, perché sospettato di ospitare test missilistici, esperimenti e ricerche finalizzate alla produzione della bomba atomica. La visita di ieri del massimo esponente dell’agenzia Onu sul nucleare si inserisce nel contesto degli sforzi messi in atto per risolvere, entro fine anno, alcune “ambiguità” circa un “carattere militare” perseguito dall’Iran in tema di nucleare. 

Per il blocco occidentale, infatti, l’accesso degli ispettori dell’Aiea al sito - limitato a più riprese dalle autorità di Teheran in passato - è un elemento essenziale dell’accordo sul nucleare iraniano; l’obiettivo è monitorare in modo costanti i siti dediti alla produzione di energia atomica e verificare che non siano in atto trasporti segreti di materiale atomico per la costruzione di una bomba. 

Behrouz Kamalvandi, capo dell’Agenzia atomica iraniana ha confermato la visita di Amano alle “aree contestate” del sito di Parchin, più volte negata in passato dalle autorità iraniane. Ali Akbar Salehi, capo negoziatore iraniano per il nucleare, ha aggiunto che “è andata bene e si è lavorato nel contesto delle linee guida tracciate dall’accordo”. Teheran ha quindi respinto ancora una volta le voci di attività nucleari al sito finalizzate alla costruzione della bomba atomica, parlando di accuse basate su rapporti errati da parte dell’intelligence israeliana e statunitense. 

A metà luglio Teheran e i Paesi del 5 +1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, più la Germania) hanno raggiunto uno storico accordo sul progetto nucleare iraniano. Esso prevede limitazione nella produzione nucleare iraniana, con la possibilità di ispezioni da parte dell’Aiea, in cambio della revoca delle sanzioni per l’Iran. Rimane invece l’embargo sulla vendita di armi per cinque anni.

Un’intesa accolta in maniera positiva dalla maggioranza della comunità internazionale, tranne qualche posizione critica, in particolare quella di Israele e del Congresso americano (a maggioranza repubblicano).

In questi giorni anche il presidente iraniano Hassan Rouhani è tornato sul tema dell’accordo nucleare, sottolineando che la grande maggioranza dei cittadini è favorevole, anche se resta una frangia estremista minoritaria ostile alla firma. In un’intervista all’emittente americana Cbs il capo di Stato ha affermato che i principali organismi politici e istituzionali (fra cui il Parlamento e il Consiglio di sicurezza) concordano con l’opinione pubblica circa la bontà dell’accordo. 

Il presidente Rouhani non ha nascosto le difficoltà che hanno preceduto la firma, ma si è trattato di un “giusto accordo” e del “primo passo” verso un allentamento dell’inimicizia e della sfiducia storica fra Iran e Stati Uniti.

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