27/10/2005, 00.00
ASIA
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Nuovi sospetti malati umani per l'influenza aviaria, in Cina e Thailandia

Non ci sono conferme ufficiali. Prosegue la discussione internazione sulle contromisure e sulla produzione dei farmaci antivirali. C'è "preoccupazione" per il possibile contagio in Africa.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Nuovi casi di sospetto contagio di persone per influenza aviaria in Cina e in Thailandia, mentre la comunità internazionale moltiplica gli incontri per discutere le contromisure.

Thaksin Shinawatra, premier thailandese, ha dichiarato che dall'1 al 3 novembre a Bangkok, nel 2° meeting tra i 5 Stati dell'Economic Cooperation Strategy (ACMECS) - che comprende anche Laos, Cambogia, Vietnam e Myanmar – si parlerà pure di un'azione comune contro il contagio.

Dal 7 al 9 novembre a Ginevra si incontreranno esperti e funzionari dei governi di tutto il mondo per discutere la costituzione di un fondo globale per combattere il virus H5N1. Tra gli scopi – osserva Mark Wilson, direttore della Banca mondiale per il settore sviluppo agricolo e risorse naturali in Asia orientale e Pacifico – ci sono la previsione di un risarcimento per i proprietari dei polli infetti e la costituzione di scorte di vaccino per aiutare i governi dei Paesi poveri. L'influenza aviaria ha colpito in modo grave l'industria avicola soprattutto nel sud est asiatico, che nel 2003 aveva un valore di oltre 10 miliardi di dollari Usa.

Prosegue intanto la discussione sulla produzione dei farmaci antivirali.  Il governo del Vietnam ha chiesto alla società Roche l'autorizzazione a produrre il Tamiflu, di cui la compagnia ha il brevetto. Il Vietnam ha 82 milioni di abitanti e non dispone di scorte del vaccino. "Noi negoziamo con la Roche – ha detto Cao Minh Quang, direttore del Dipartimento per l'amministrazione dei prodotti farmaceutici ad Hanoi – ma se la Roche si rifiuta e se il Vietnam dichiara uno stato di emergenza, noi possiamo produrre [la medicina] senza il [suo] consenso". Il Vietnam dal 2003 ha abbattuto 44 milioni di polli (il 17% dell'allevamento) per una perdita di 120 milioni di dollari Usa.

Joseph Domenech, capo dell'ufficio veterinario dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) delle Nazioni Unite, dichiara "grande preoccupazione" per il possibile contagio "attraverso uccelli migratori nel Medio Oriente e in Africa", nelle prossime settimane. Se la malattia arriva in Africa, sarà necessario "ogni sforzo della comunità internazionale per evitare che diventi endemica", anche per il "rischio che il virus possa lì evolversi e mutare" in una forma contagiosa tra uomini.

Cina. Una ragazza di 12 anni è morta, nel villaggio di Wantang, provincia dell'Hunan, dove è stato scoperto l'ultimo focolaio infettivo dell'influenza aviaria. He Yin e il fratello di 10 anni si sono sentiti male il 13 ottobre, poco dopo avere mangiato un pollo morto per il virus, come riporta un giornale locale e conferma il padre He Tieguang. La ragazza è morta subito dopo avere raggiunto l'ospedale, dove è ricoverato il fratello. "I dottori – racconta il padre – non mi hanno spiegato come è morta", hanno solo detto che è stato "per la febbre". I polli sono morti d'improvviso oltre 1 settimana fa – prosegue – e la famiglia ne ha cotto e mangiato uno. "Già in precedenza abbiamo mangiato polli morti e nessuno si era mai sentito male". Sarebbe il primo caso di decesso umano in Cina dal febbraio 2003, quando morì una ragazza di otto anni in visita a parenti a Pingtan nel Fujian.

Kong Quan, portavoce del ministero degli Esteri, ha dichiarato che le autorità non hanno alcuna informazione di questo caso. Chen Min, portavoce del locale comitato del Partito comunista, si è dichiarato "abbastanza sicuro che non ci siano casi di contagio umano".

A Wantang da oltre 10 giorni è scoppiato un focolaio infettivo, con 545 polli e anatre morti e 2.487 abbattuti. E' la terza epidemia emersa in 1 settimana e il tempo trascorso tra la sua emersione e l'annuncio ufficiale, avvenuto solo ieri, desta preoccupazione. Fonti ufficiali delle Nazioni Unite osservano che i ripetuti contagi fanno pensare che il sistema di sorveglianza non sia adeguato.

La gravità della situazione è confermata dal premier Wen Jiabao che, nel primo commento ufficiale degli ultimi giorni, dice che nelle zone infette è stata imposta una rigida quarantena ed è stato "abbattuto in modo esteso il pollame", anche se confida che "la situazione sia posta sotto controllo".

Si preparano contromisure per combattere e prevenire una pandemia. Nel Guandong c'è preoccupazione per lo scarso numero di posti letto, 180 mila, disponibili negli ospedali. In caso di emergenza, prevista la requisizione delle scuole e la creazione di ospedali-tenda.

Thailandia. Xavier Bertrand, ministro francese della Sanità, ha dichiarato che 3 cittadini dell'isola di Reunion si sono ammalati con sintomi identici all'influenza aviaria (febbre alta e mal di testa), 3 giorni dopo essere tornati a casa da un week end in Thailandia. Bangkok risponde che non risultano morie di uccelli nella zona visitata dai turisti.

Indonesia. In corso accertamenti per un nuovo possibile focolaio epidemico a Denpasar, capitale dell'isola di Bali, dopo la morte di pollame che mostra i sintomi della malattia. Nell'isola tra il 2003 il 2004 morirono centinaia di migliaia di polli.

India. 290 uccelli migratori sono morti in una zona orientale del Paese, ma fonti ufficiali dicono che le analisi su 111 uccelli hanno mostrato che non c'era contagio del virus H5N1. (PB)

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