25/06/2018, 12.13
INDIA
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Nuovo vescovo di Ranchi: Lavorerò per rafforzare la fede di tutti e sostenere chi è nel bisogno

Mons. Felix Toppo succede al card. Telesphore P. Toppo, alla guida dell’arcidiocesi per 34 anni. L’impegno pastorale a favore dell’educazione dei bambini, per i giovani e gli adulti. Il sostegno ai tribali e ai giovani che abbandonano la scuola. Preghiere per i fanatici che si oppongono ai cristiani.

Ranchi (AsiaNews) – “Lavorerò per rafforzare la fede di tutti”. È quanto dichiara ad AsiaNews mons. Felix Toppo, nominato ieri da papa Francesco come nuovo arcivescovo di Ranchi, in Jharkhand. Egli succede al card. Telesphore P. Toppo, che ha rassegnato le dimissioni dopo 34 anni alla guida della diocesi. Sul lavoro pastorale che lo aspetta, mons. Toppo afferma: “Nel Jharkhand la fede dei cattolici e dei cristiani in generale è molto forte. Io mi impegnerò nella cura spirituale della popolazione, per migliorare le loro condizioni di vita – per quando possibile – e per rafforzare ancora di più la fede”.

Per mons. Toppo “è ancora presto per dire cosa farò nel concreto. Dipenderà dalle necessità e dai bisogni concreti della popolazione. Di certo voglio incrementare la pratica corretta della fede, sostenere l’educazione dei bambini, lavorare con i giovani senza tralasciare gli adulti. Continueremo nella formazione spirituale e nell’opera di catechesi”. “Solo quando arriverò nella diocesi – continua – e avrò modo di osservare la situazione, potrò definire un programma specifico”. Sulla data della cerimonia della sua installazione, riferisce, “non vi è nulla di definitivo”.

Il nuovo arcivescovo ha una lunga esperienza nella formazione vocazionale e nel campo dell’assistenza sanitaria. Nasce il 21 novembre 1947 a Tongo, nella diocesi di Gumla (Jharkhand). Nel 1968 entra a far parte della Compagnia di Gesù e nel 1982 viene ordinato sacerdote. Completa la sua formazione con un master in psicologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ha lavorato in numerose strutture dei gesuiti, dove si è occupato dell’educazione dei novizi. Nel 1997 è stato nominato vescovo di Jamshedpur (Jharkhand), a circa 130 km dalla capitale Ranchi, con una popolazione composta a maggioranza dai gruppi tribali Hos, Mundas e Santhal.

Il Jharkahand è tra gli Stati più poveri di tutta l’Unione. È abitato in prevalenza da popolazioni tribali povere e analfabete, tra le quali il tasso di mortalità natale e infantile è elevatissimo. Proprio con lo scopo di migliorare le condizioni di vita dei tribali, il prelato presiede la Cbci Society for Medical Education North India, una Ong della Chiesa cattolica indiana che ha costruito un ospedale per poveri e tribali. L’obiettivo della struttura è fornire prestazioni sanitarie di qualità, con personale medico preparato e attento ai bisogni e al benessere degli emarginati.

A proposito dei giovani, cui è dedicato il prossimo Sinodo dei vescovi che si terrà dal 3 al 28 ottobre, il vescovo sostiene: “La maggior parte di loro va a scuola o al liceo, ma ci sono anche tanti che abbandonano gli studi. Noi dobbiamo aiutarli e capire cosa possiamo fare per loro. Possiamo sostenerli nella ricerca del lavoro e persino creare opportunità d’impiego. Per esempio, potremmo impegnare in questo servizio tutte le parrocchie”.

Mons. Toppo parla anche “di alcuni gruppi che causano problemi ai cristiani e si oppongono alla nostra presenza”. Lo scorso anno il card. Toppo, suo predecessore, è stato preso di mira da alcuni fanatici indù del Bjp (Bharatiya Janata Party, il partito del premier Narendra Modi). La sua immagine è stata data alle fiamme e le foto fatte circolare su internet. La “colpa” del cardinale era aver osato opporsi alla legge anti-conversione approvata senza discussione dall’Assemblea statale e a quella che cede le terre dei tribali al miglior offerente. “Noi preghiamo per loro – conclude mons. Toppo –. Vorremmo rafforzare anche le buone pratiche [indù], che capiscano che siamo a disposizione di tutti, che non siamo contro nessuno e che vogliamo vivere in serenità, giustizia e pace con tutti. Questo è ciò che vogliamo e per cui ci impegneremo”.

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