21/05/2014, 00.00
PAKISTAN
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Pakistan, raid aereo nel North Waziristan: 32 morti fra i talebani

Fra le vittime vi sarebbero anche figure di primo piano della guerriglia islamista. Non confermata la voce di feriti fra i civili, tra cui donne e bambini. Obiettivo dell’attacco una roccaforte dei ribelli. Prosegue la campagna dell’esercito, mentre sono in fase di stallo i colloqui di pace fra governo e talebani.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) - È di 32 miliziani morti, fra i quali figure di primo piano della guerriglia islamista, il bilancio di un raid aereo di precisione compiuto alle prime ore di oggi dall'aviazione pakistana. L'attacco aveva come obiettivo una zona tribale remota del North Waziristan, regione montagnosa nel nord-est del Paese, al confine con l'Afghanistan. Una fonte dell'esercito di Islamabad parla di "attacchi aerei mirati" che hanno colpito anche "alcuni comandanti" delle milizie fondamentaliste, anche se non sono stati specificati i nomi. Prosegue così la campagna militare dell'esercito contro i talebani pakistani, mentre è in una fase di stallo il tentativo di dialogo del governo di Islamabad, che vorrebbe raggiungere un accordo di pace coi talebani per mettere fine alle violenze nel Paese.

Fonti dell'intelligence nel North Waziristan riferiscono che la zona obiettivo del raid aereo era un nascondiglio per "terroristi implicati in alcuni attacchi recenti, fra cui una esplosione in un campo profughi di Peshawar, attentati nelle regioni tribali di Mohmand e Bajaur", oltre che attacchi mirati alle forze della sicurezza nella regione. 

Testimoni locali affermano che nell'attacco sarebbero rimasti coinvolti anche alcuni civili, rimasti feriti nelle esplosioni; fra loro vi sarebbero anche donne e bambini, ma non vi sono conferme ufficiali al riguardo. Verifiche indipendenti sono impossibili perché ai giornalisti non è consentito l'accesso all'area, considerata una roccaforte dei talebani islamisti affiliati ad al-Qaeda. Per molti governi, fra cui Washington, si tratterebbe della zona più pericolosa al mondo. 

A gennaio il governo ha gettato le basi per l'avvio di un dialogo di pace con il Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp), cui è seguita la presentazione nelle settimane successive del primo Codice di condotta in materia di Sicurezza nazionale. Iniziative che non hanno tuttavia fermato la spirale di violenze, di matrice estremista islamica, che da tempo insanguina il Paese. Se, da un lato, il Ttp ha promesso di rispettare il cessate il fuoco, dall'altro gruppi miliziani talebani hanno attaccato a più riprese istituzioni, caserme della polizia, obiettivi militari. In risposta, l'esercito ha compiuto una serie di raid nelle aree tribali contro roccaforti islamiste.

La tregua fra governo e talebani è scaduta il 16 aprile scorso, ma gli islamisti hanno confermato il proposito di voler continuare le trattative. Peraltro, nel contesto dei colloqui i talebani chiedono il rilascio di centinaia di prigionieri, il ritiro dell'esercito in molte zone tribali al confine con l'Afghanistan e l'introduzione della legge islamica (sharia) nel Paese. Con più di 180 milioni di abitanti (di cui il 97% professa l'islam), il Pakistan è la sesta nazione più popolosa al mondo ed è il secondo fra i Paesi musulmani dopo l'Indonesia. Circa l'80% è musulmano sunnita, mentre gli sciiti sono il 20% del totale. Vi sono inoltre presenze di indù (1,85%), cristiani (1,6%) e sikh (0,04%). Secondo una recente statistica, dall'inizio della campagna di violenze dei talebani pakistani nel 2007 sono state uccise più di 6.800 persone in attentati, esplosioni e omicidi mirati in tutto il Paese. 

 

 

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