02/02/2016, 16.46
VATICANO-CINA
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Papa Francesco ridice il suo amore alla Cina e a Xi Jinping

Il pontefice elogia la “saggezza” e la “grandezza” della Cina e fa gli auguri a Xi Jinping per il Nuovo Anno cinese della Scimmia. Non bisogna “temere” la Cina, ma entrare in dialogo con essa per mantenere la pace nel mondo. Avere “misericordia” per il recente passato del Paese e “andare avanti” per cambiare la realtà. Nell’intervista, per scelta del giornalista, non si parla dei dialoghi fra Vaticano e Cina o di temi religiosi.

Città del Vaticano (AsiaNews) – In un’intervista apparsa oggi su AsiaTimes.com, papa Francesco esprime tutto il suo amore e ammirazione verso la “grandezza”, la “grande cultura”, “l’inesauribile sapienza” della Cina, invitando il mondo a “non avere paura” della crescita di questa “grande nazione”, di questa “grande ricchezza di cultura e sapienza”, ma di cercare attraverso il dialogo “un equilibrio di pace”. Il pontefice prende l’occasione anche per fare al presidente Xi Jinping e al popolo cinese gli auguri per il Nuovo anno che comincia l’8 febbraio, sotto il segno della Scimmia.

Non è la prima volta che un pontefice rivolge il suo augurio al popolo cinese. E non è la prima volta che papa Francesco esprime il suo amore alla Cina e al suo popolo. In questi tre anni di pontificato, nei suoi viaggi in Corea, nelle Filippine, a Cuba e in America, con i giornalisti, egli ha potuto spesso parlare della sua “grande stima” per il popolo cinese e la sua “saggezza”.

Diversi media parlano del dialogo in atto fra Cina e Vaticano, di accordi sulle nomine dei vescovi e di riconciliazione. Eppure, nella lunga serie di domande e risposte non sono mai citati questi temi di attualità. L’intervista, condotta dal giornalista Francesco Sisci, abbraccia invece “ampi temi culturali e filosofici che riguardano tutti i cinesi”. E questo per una scelta del giornalista che – come confessa nell’introduzione – “non ho voluto toccare temi politici o religiosi, su cui altri papi, in altri tempi hanno parlato”.

A una domanda sulle “grandi sfide” che la Cina pone “a se stessa e al mondo”, il pontefice sottolinea che non bisogna “avere paura”, ma avere il coraggio di “incontrarsi”: “L’occidente, l’Oriente e la Cina – continua il papa -  tutti abbiamo la capacità di mantenere l’equilibrio della pace e la forza di attuarlo. Dobbiamo trovare la via, sempre attraverso il dialogo; non c’è un’altra via”.

Fra tutte le tragedie vissute dal popolo cinese “negli ultimi decenni”, il pontefice – su suggerimento dal giornalista - si sofferma sul dramma del figlio unico e sull’invecchiamento della popolazione – che egli mette a paragone con l’invecchiamento dell’Europa – e augura che la Cina, davanti a un passato e a un cammino fatto di “luci ed ombre”, possa guardare con “misericordia” alla sua storia.

“Per una persona – dice il papa - è salutare avere misericordia verso se stesso, non essere sadico o masochista… Non so se posso usare la parola perdono. Non lo so. Ma accettare che questa è la mia strada, sorridere e andare avanti. Se uno si stanca e si ferma, può diventare amaro e corrotto”.

In uno dei punti più pregnanti dell’intervista, il giornalista presenta la situazione della Cina con la sua “crescita economica” e con i suoi “disastri umani e ambientali” e col peso delle famiglie “separate a causa del lavoro”, e domanda al papa un messaggio. Francesco si schermisce dicendo che si sente come una “suocera” che dà consigli e chiede ai cinesi di essere “realisti” e dopo essersi “riconciliati con la realtà”, “lavorare per migliorare la realtà e cambiare direzione”, portando la Cina con il suo “ricco passato”, dentro “la sfida del presente” e “avanti verso il futuro”. In questo impegno realista, il papa dice che “occorre prendere la palla da ovunque arrivi” e che non bisogna fare “come lo struzzo”, nascondendo la testa nella sabbia “per non vedere la realtà”.

Pur nel velo del linguaggio simbolico, sembra che il pontefice faccia una doppia proposta alla Cina: non fermarsi davanti ai drammi del presente e accettare un aiuto “da ovunque arrivi” (forse anche dalla Chiesa cattolica).

L’intervista si conclude con un augurio di Francesco per l’imminente Nuovo anno cinese della Scimmia: “Alla vigilia del Nuovo anno, desidero far giungere i miei migliori auguri al presidente Xi Jinping e a tutto il popolo cinese. E desidero esprimere la speranza che essi non perdano mai la loro coscienza storica di essere un grande popolo, con una grande storia di saggezza e che essi hanno molto da offrire al mondo. Il mondo guarda a questa grande vostra saggezza. In questo Nuovo anno, con questa coscienza, possiate continuare ad andare avanti per aiutare e cooperare con chiunque, prendendovi cura della nostra casa comune e dei nostri popoli. Grazie”.

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