31/12/2022, 19.01
VATICANO
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Papa Francesco: grati per la testimonianza di fede di Benedetto XVI

Durante il Te Deum di fine anno in San Pietro l'omaggio del pontefice al predecessore scomparso questa mattina. Giovedì 5 gennaio le esequie sul sagrato della basilica vaticana. Ratzinger indicato come esempio di quella gentilezza "che è lo stile con cui Dio entra nella storia e la condizione indispensabile per vivere in pace da fratelli".

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Solo Dio conosce il valore e la forza dell’intercessione del papa emerito Benedetto XVI, dei suoi sacrifici offerti per il bene della Chiesa”. Lo ha detto questa sera papa Francesco ricordando - durante la liturgia dei vespri con il canto del Te Deum alla fine dell’anno nella basilica vaticana - il suo predecessore scomparso questa mattina all’età di 95 anni.

Il pontefice - che presiederà giovedì 5 gennaio alle 9,30 le esequie di Benedetto XVI sul sagrato di San Pietro - ha voluto citarlo come un esempio di quella “gentilezza” che è stata al centro dell’omelia che, come tradizione al 31 dicembre, è stata rivolta in particolare alla città di Roma. “Con commozione - ha commentato - ricordiamo la sua persona così nobile, così gentile. E sentiamo nel cuore tanta gratitudine: gratitudine a Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo; gratitudine a lui, per tutto il bene che ha compiuto, e soprattutto per la sua testimonianza di fede e di preghiera, specialmente in questi ultimi anni di vita ritirata”.

Quanto alla gentilezza, l’ha indicata come lo stile di Dio per entrare nella storia, “nascendo da donna”, affidandosi al libero “sì” di Maria. “La gentilezza – ha spiegato - è un fattore importante della cultura del dialogo, e il dialogo è indispensabile per vivere in pace, da fratelli, che non sempre vanno d’accordo - è normale - ma che però si parlano, si ascoltano e cercano di comprendersi e di venirsi incontro”.

La gentilezza – ha spiegato – “non è solo questione di forme galanti”. È piuttosto “un atteggiamento benevolo, che sostiene e conforta gli altri evitando ogni asprezza e durezza”. L’individualismo consumista ci porta infatti a guardare agli altri “come ostacoli alla nostra tranquillità”. “Gli altri ci ‘scomodano’, ci disturbano, ci tolgono tempo e risorse per fare quello che ci piace. Eppure – ha aggiunto - proprio dentro queste nostre società, e anche nelle situazioni più difficili, ci sono persone che dimostrano come sia ‘ancora possibile scegliere la gentilezza’ e così, con il loro stile di vita, ‘diventano stelle in mezzo all’oscurità’”. 

“Cari fratelli e sorelle – ha concluso Francesco - penso che recuperare la gentilezza come virtù personale e civica possa aiutare non poco a migliorare la vita nelle famiglie, nelle comunità, nelle città. Per questo, guardando al nuovo anno della città di Roma, vorrei augurare a tutti noi che la abitiamo di crescere in questa virtù: la gentilezza. L’esperienza insegna che essa, se diventa uno stile di vita, può creare una convivenza sana, può umanizzare i rapporti sociali sciogliendo l’aggressività e l’indifferenza”.

 

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