18/12/2022, 12.35
VATICANO
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Papa all'Angelus: preoccupato per le popolazioni del Caucaso meridionale

Nell’introdurre la preghiera mariana ha ricordato san Giuseppe che oggi “indica la via” e “apre a prospettive nuove”, che sono “gli orizzonti di Dio”. L’udienza agli assistiti dal Dispensario Pediatrico “Santa Marta” e l’invito a pregare per i bambini in Ucraina e dove soffrono per la guerra. In una intervista ad Abc dice di aver già firmato le dimissioni in caso di impedimento medico. 

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Mi preoccupa” la situazione creatasi “nel corridoio del Caucaso meridionale” a causa delle “precarie condizioni umanitarie” delle popolazioni, che “rischiano di deteriorarsi” nel corso della stagione invernale. É quanto ha detto papa Francesco oggi all’Angelus, aggiungendo di aver chiesto a tutte le parti “coinvolte” [il riferimento pur senza esplicitarlo è al Nagorno-Karabakh, in cui da giorni l’Azerbaigian blocca il Corridoio di Lachin, unico collegamento con l’Armenia] di impegnarsi a trovare “soluzioni pacifiche per il bene delle persone”. Il pontefice chiede di pregare “perché cessino le violenze” nel Perù e sia instaurato un dialogo costruttivo per “superare la crisi politica e sociale” che affligge la popolazione. Oltre a salutare i molti pellegrini dall’Italia e dal mondo presenti in una piazza san Pietro gremita di fedeli, papa Francesco esorta a chiedere alla Vergine Maria di “toccare i cuori di quanti possono fermare la guerra in Ucraina”. Non dimentichiamo, ha aggiunto, le “sofferenze” in particolare di “bambini, anziani e malati”.

In precedenza, nell’introdurre la preghiera la mariana il papa ha parlato della quarta e ultima domenica di Avvento in cui la liturgia presenta la figura di San Giuseppe, un uomo “giusto” che sta per sposarsi e coltiva “sogni semplici e buoni”: una sposa affettuosa, figli, un lavoro dignitoso. Sogni che però “si infrangono contro una scoperta sconcertante: Maria, la sua promessa sposa, aspetta un bambino e questo bambino non è suo”. Egli prova “sconcerto, dolore, smarrimento”, forse anche “irritazione e delusione”. Tuttavia, invece di “denunciare Maria” e “farle pagare il prezzo di una presunta infedeltà”, spiega, egli segue la seconda possibilità che la legge gli offre: “annullare il loro fidanzamento in segreto, senza esporre Maria allo scandalo e a conseguenze pesanti, prendendo però su di sé il peso della vergogna”. 

Giuseppe, afferma il pontefice, sceglie “la via della misericordia” e “proprio mentre valuta tutto questo” Dio accende nel suo cuore “una luce nuova: in sogno gli annuncia che la maternità di Maria non viene da un tradimento, ma è opera dello Spirito Santo, e il bambino che nascerà è il Salvatore”. Al risveglio dal sonno egli capisce che “il sogno più grande di ogni pio Israelita”, l’essere padre del Messia, si realizza per lui “in modo assolutamente inaspettato”. Ecco dunque che un semplice falegname si fida e affida a Dio “al di là di tutto” e accoglie Maria e suo figlio “in modo completamente diverso da come si aspettava”. Egli dovrà “rinunciare alle sue certezze rassicuranti, ai suoi piani perfetti, alle sue legittime aspettative e aprirsi a un futuro tutto da scoprire”. E davanti a Dio che gli scombina i piani egli ha il coraggio “eroico” di rispondere “sì” senza chiedere “ulteriori garanzie”.

A noi oggi, prosegue il papa, Giuseppe “indica la via: non bisogna cedere a sentimenti negativi, come la rabbia e la chiusura […] Occorre invece accogliere le sorprese della vita, anche le crisi, con un’attenzione: quando si è in crisi non bisogna scegliere di fretta secondo l’istinto, ma, come Giuseppe, ‘considerare tutte le cose’ e fondarsi sul criterio di fondo: la misericordia di Dio”. “Dio apre le crisi a prospettive nuove, magari non come noi ci aspettiamo, ma come Lui sa. Sono gli orizzonti di Dio: sorprendenti, ma infinitamente - conclude il papa - più ampi e belli dei nostri”. 

Sempre stamane, nell’Aula Paolo VI, il papa ha ricevuto in udienza i bambini assistiti dal Dispensario Pediatrico “Santa Marta” in Vaticano, con i familiari e i volontari. Nel breve messaggio di saluto ha volto ringraziare “ognuno di voi, per la vostra presenza” in questa giornata che “prepara al Natale”. Francesco ha invitato i presenti a “non dimenticare i bambini dell’Ucraina”, indicando un cartello con la scritta “pace” accanto la bandiera dell’Ucraina. “Tanti bambini soffrono per la guerra - ha aggiunto - e soffrono anche in altre parti per le ingiustizie. Se il Signore ci dà questa gioia di celebrare il Natale così, tutti insieme, in pace, pensiamo anche a coloro che soffrono e preghiamo per loro, tutti insieme”.

Infine, il pontefice è tornato a parlare di dimissioni in una intervista pubblicata oggi sul quotidiano spagnolo Abc. “Ho già firmato le mie dimissioni” ha detto, aggiungendo di averlo fatto quando “era Tarcisio Bertone il segretario di Stato”. Dopo ha aggiungo: “In caso di impedimento per motivi medici o che so, ecco le mie dimissioni. Ce le avete già. Non so - ha proseguito - a chi le abbia date il cardinale Bertone, ma gliele ho date io quando era segretario di Stato” e dovrebbe averle consegnate “al cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato”. Francesco, che ieri ha compiuto 86 anni, ha precisato di essere in buona salute pur dovendo spesso usare una sedia a rotelle e che “si governa con la testa, non con il ginocchio”. Da ultimo ha affrontato il “doloroso” tema delle vittime degli abusi della Chiesa e il ruolo delle donne, che in un futuro non troppo lontano potranno essere “alla guida di un dicastero in cui un laico può essere prefetto”. 

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