22/05/2024, 12.27
VATICANO
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Papa all'udienza: 'Dove non c’è umiltà c’è guerra, discordia, divisione'

Da San Pietro un nuovo appello per la pace. Il pontefice chiede di non dimenticare la "martoriata Ucraina", Israele, Palestina e Myanmar: è "tempo di guerra mondiale". Nella catechesi l'elogio dell'umiltà che ha concluso il ciclo di riflessioni dedicate a vizi e virtù. Salutando un gruppo di novizie ricordata la scarsità di vocazioni alla vita consacrata in Italia, invitando alla preghiera.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Dalla consueta udienza generale del mercoledì tenuta in Piazza San Pietro, papa Francesco ha rivolto ancora una volta il suo invito a pregare per la pace. “Abbiamo bisogno di pace. Il mondo è in guerra”, sono le parole lapidarie pronunciate questa mattina, seguite dalla richiesta di non perdere la memoria dei Paesi piegati dalle violenze. “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, che sta soffrendo tanto. Non dimentichiamo Palestina, Israele: che si fermi questa guerra. Non dimentichiamo il Myanmar”. Papa Francesco, che in numerose occasioni aveva parlato di “guerra mondiale a pezzi”, oggi ha tralasciato la frammentarietà, parlando solo di “tempo di guerra mondiale”.

E di pace Bergoglio ha parlato anche nella catechesi letta in apertura di udienza, dedicata alla virtù dell’umiltà. “L’umiltà è la fonte della pace nel mondo e nella Chiesa. Dove non c’è umiltà c’è guerra, c’è discordia, c’è divisione”, ha affermato. Salutando i pellegrini di lingua italiana al termine dell’incontro, rivolgendosi alle novizie presenti, auspicando il “desiderio di aderire sempre più a Cristo”, ha portato l’attenzione sulla scarsità di vocazioni in Italia. “Io vedo queste novizie e mi domando: quante sono italiane? Poche. C’è una scarsità di vocazioni in Italia. Pensiamo e preghiamo per le vocazioni alla vita consacrata”. Dopo aver rivolto i saluti al Polo Universitario di infermieristica e fisioterapia di Brindisi, il Pontefice ha incoraggiato i sanitari “a porre sempre al centro la persona umana, soprattutto nei momenti delicati della vita come quello della malattia”. È seguito un pensiero dedicato ai giovani e agli studenti: “Lo Spirito Santo, la cui presenza nella Chiesa abbiamo ricordato nella recente solennità della Pentecoste, abiti sempre nei vostri cuori e vi aiuti a essere forti nella fede, generosi nella carità, perseveranti nella speranza”.

Dopo la lettura nelle varie lingue del brano tratto dal Vangelo di Matteo (Lc 1,46-48) in cui Maria pronuncia il Magnificat dopo l’annuncio dell’Angelo, Papa Francesco ha condiviso con i fedeli raccolti in piazza San Pietro la riflessione intorno all’umiltà che ha concluso il ciclo di catechesi, lette dal Pontefice nelle scorse settimane durante le udienze generali del mercoledì, sul tema de “I vizi e le virtù”. L’umiltà è una virtù che non fa parte delle sette virtù cardinali e teologali, ma “è alla base della vita cristiana”; inquadrata anche come grande oppositrice “del più mortale tra i vizi, vale a dire la superbia”. Il Santo Padre ha spiegato che “l’umiltà riporta tutto nella giusta dimensione”, contrastando il sorgere nel cuore degli uomini di “deliri di onnipotenza”. “Per liberarci della superbia basterebbe molto poco, basterebbe contemplare un cielo stellato per ritrovare la giusta misura”, ha aggiunto. Una contemplazione accompagnata dalla capacità della scienza moderna di estendere l’orizzonte, e “sentire ancora maggiormente il mistero che ci circonda e che ci abita”.

L’umiltà è strettamente legata al percezione della propria “piccolezza”. Le persone capaci di riconoscerla “sono preservate da un vizio brutto, l’arroganza”. Gesù le ricorda per prime nelle Beatitudini: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3), ha ricordato il Papa. Questa prima Beatitudine sta alla base di tutte le altre; ed è “la porta d’ingresso di tutte le virtù”. Ad esempio, l’Annuncio dell’Angelo avviene nella periferia, a Nazaret, non “alle porte di Gerusalemme”. L’“eroina prescelta”, Maria, non è una persona celebre, ma una “ragazza sconosciuta”. “Dio, per dire così, è attratto dalla piccolezza di Maria, che è soprattutto una piccolezza interiore - ha affermato il Pontefice -. È anche attratto dalla nostra piccolezza, quando noi accettiamo questa piccolezza”. Chi è umile non ne fa vanto. Nonostante le difficoltà, in Maria l’umiltà è stata una “virtù granitica”. “La piccolezza che ci dà l’umiltà - ha detto in conclusione della catechesi - è la sua forza invincibile. È lei che rimane ai piedi della croce mentre l’illusione di un messia trionfante va in frantumi”. 

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