15/04/2022, 22.49
VATICANO
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Papa alla Via Crucis: disarma la mano del fratello contro il fratello

L'invocazione di Francesco al termine del rito del Venerdì Santo al Colosso. Davanti alla croce portata insieme da mani russe e ucraine una preghiera silenziosa per la pace al posto della meditazione criticata a Kiev. L'elemosiniere Krajewski a nome del pontefice nel fango delle fosse comuni di Borodianka.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Solo silenzio e preghiera. Così papa Francesco ha scelto di accompagnare il gesto di Irina e Albina, le due donne originarie dell'Ucraina e della Russia che proprio mentre infuria la guerra tra i loro popoli hanno scelto di portare insieme la croce nella Via Crucis presieduta da Francesco al Colosseo. Anche la meditazione che era stata preparata per la XIII stazione, sollevando malcontento a Kiev, non è stata letta: "Di fronte alla morte - è stato l'invito rivolto ai fedeli presenti a Roma e a quelli collegati in mondovisione attraverso la tv - il silenzio è più eloquente delle parole: sostiamo pertanto in un silenzio orante e ciascuno nel proprio cuore preghi per la pace nel mondo".

Una preghiera a cui il pontefice stesso ha dato voce al termine della Via Crucis, scandita dalle meditazioni che hanno dato voce alle tante croci che scandiscono le diverse età e esperienze di vita delle famiglie. "Padre misericordioso che fai sorgere il sole sui buoni e sui cattivi - ha detto Francesco - non abbandonare l’opera delle tue mani, per la quale non hai esitato a consegnare il tuo unico Figlio. Tienici per mano, come un Padre, perché non ci allontaniamo da Te. Converti al tuo cuore i nostri cuori ribelli, perché impariamo a seguire progetti di pace; porta gli avversari a stringersi la mano, perché gustino il perdono reciproco; disarma la mano alzata del fratello contro il fratello, perché dove c’è l’odio fiorisca la concordia. Fa’ che non ci comportiamo da nemici della croce di Cristo, per partecipare alla gloria della sua risurrezione".

Nel pomeriggio era stato l'elemosiniere del papa, il cardinale Konrad Krajewski, a sostare personalmente a nome del pontefice nel fango di Borodianka, a nord di Kiev, dove si è fermato a pregare di fronte alle fosse e ai corpi ritrovati, come in una Via Crucis. "Stiamo tornando adesso - ha detto Krajewski in un messaggio diffuso dalla sala stampa vaticana - da questi posti difficili per ogni persona del mondo, dove abbiamo trovato ancora tanti morti e una tomba di almeno 80 persone, sepolte senza nome e senza cognome. Mancano le lacrime, mancano le parole. Menomale che c’è la fede, e che siamo nel Venerdì Santo, quando ci possiamo unire con la persona di Gesù e salire con Lui sulla Croce. Perché lo so: ci sarà la Domenica di Resurrezione. E forse Lui ci spiegherà tutto con il Suo amore e cambierà tutto anche dentro di noi".

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