26/09/2024, 14.22
VATICANO-LUSSEMBURGO
Invia ad un amico

Papa in Lussemburgo: 'La ricchezza è una responsabilità'

L'appello all'attenzione verso le nazioni più svantaggiate nel discorso alle autorità del Granducato, prima tappa del nuovo viaggio che lo porterà anche in Belgio. Dietro alle guerre che tornano a insanguinare l'Europa "l'incapacità di alzare lo sguardo verso l'alto". Il Vangelo di Gesù come "forza di rinnovamento personale e sociale". I piccoli Paesi delle aree di confine indicano "le esigenze di un'epoca di pace".

Lussmburgo (AsiaNews) – “La ricchezza è una responsabilità. Sia sempre vigile l’attenzione a non trascurare le nazioni più svantaggiate, anzi, che esse siano aiutate a risollevarsi dalle loro condizioni di impoverimento”. Lo ha detto oggi papa Francesco rivolgendosi alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico in Lussemburgo, prima tappa del suo nuovo viaggio apostolico che fino a domenica lo porterà anche in Belgio, due Paesi nel cuore non solo geografico dell’Europa.

Tappa in un piccolo Paese del Vecchio Continente, che è anche però quello con il più alto reddito pro-capite. Paese socio fondatore dell’Unione Europea e delle Comunità che l’hanno preceduta, sede di numerose istituzioni europee, tra le quali la Corte di Giustizia dell’Unione, la Corte dei Conti e la Banca degli Investimenti. “Questo si fa sempre con la pace – ha commentato il pontefice -. Non dimentichiamo che la guerra sempre è una sconfitta. La pace è necessaria. È molto triste che oggi in un Paese dell’Europa gli investimenti che danno più reddito sono quelli delle fabbriche delle armi”.

Proprio dalla particolarità della collocazione geografica del Granducato - posto sul confine di diverse aree linguistiche e culturali europee - papa Francesco ha tratto un messaggio più generale per il mondo intero. “Quando prevalgono logiche di scontro e di violenta contrapposizione - ha osservato - i luoghi che si trovano al confine tra potenze che confliggono finiscono per essere – loro malgrado – pesantemente coinvolti. Quando invece gli spiriti finalmente ritrovano vie di saggezza, e alla contrapposizione sostituiscono la cooperazione, allora questi stessi luoghi diventano i più adatti a indicare le esigenze di una nuova epoca di pace e le strade da percorrere”.

E non sono “l’estensione del territorio o il numero degli abitanti la condizione indispensabile perché uno Stato svolga una parte importante sul piano internazionale, o perché possa diventare un centro nevralgico a livello economico e finanziario”. Sono piuttosto “la paziente costruzione di istituzioni e leggi sagge, le quali, disciplinando la vita dei cittadini secondo criteri di equità e nel rispetto dello stato di diritto, pongono al centro la persona e il bene comune, prevenendo e contrastando i pericoli di discriminazione e di esclusione. Il Lussemburgo è un Paese dalle porte aperte, una bella testimonianza di non discriminazione e non esclusione”.

Ma questa testimonianza chiede di essere riaffermata nel contesto dell’Europa di oggi. “Lo sviluppo per essere autentico e integrale – ammonisce Francesco - non deve saccheggiare e degradare la nostra casa comune e non deve lasciare ai margini popoli o gruppi sociali: tutti, tutti fratelli”. Ricorda poi il riemergere, anche nel continente europeo, “di fratture e di inimicizie che, invece di risolversi sulla base della reciproca buona volontà, delle trattative e del lavoro diplomatico, sfociano in aperte ostilità, con il loro seguito di distruzione e di morte. Sembra proprio che il cuore umano non sappia sempre custodire la memoria e che periodicamente si smarrisca e torni a percorrere le tragiche vie della guerra. Siamo smemorati in questo”.

La definisce una “pericolosa sclerosi, che fa ammalare gravemente le nazioni e aumenta i conflitti e rischia di gettarle in avventure dai costi umani immensi, rinnovando inutili stragi”. Ed è una malattia – spiega il papa – che si può vincere tornando ad “alzare lo sguardo verso l’alto, occorre che il vivere quotidiano dei popoli e dei loro governanti sia animato da alti e profondi valori spirituali”. “Come Successore dell’Apostolo Pietro – spiega - a nome della Chiesa sono inviato anche qui a testimoniare che questa linfa vitale, questa forza sempre nuova di rinnovamento personale e sociale è il Vangelo di Gesù Cristo”. Solo la sua forza “è in grado di trasformare in profondità l’animo umano, rendendolo capace di operare il bene anche nelle situazioni più difficili, di spegnere gli odi e riconciliare le parti in conflitto. Possano tutti, ogni uomo e ogni donna, in piena libertà, conoscere il Vangelo di Gesù, che ha riconciliato nella sua Persona Dio e l’uomo e che, conoscendo cosa c’è nel cuore umano, può sanarne le ferite”.

Ecco allora l’invito al Lussemburgo a “mostrare a tutti i vantaggi della pace rispetto agli orrori della guerra, dell’integrazione e promozione dei migranti rispetto alla loro segregazione, i benefici della cooperazione tra le nazioni a fronte delle nefaste conseguenze dell’indurimento delle posizioni e del perseguimento egoistico e miope o addirittura violento dei propri interessi”. E anche qui il richiamo sulla preoccupazione per l’inverno demografico: “Ho visto la percentuale delle nascite: per favore, più bambini, più bambini. È il futuro”.

Papa Francesco ha citato infine il motto “Per servire”, scelto per questo viaggio. “Si riferisce direttamente ed eminentemente alla missione della Chiesa - ha spiegato -. Ma permettetemi di ricordarvi che il servire, è anche per ognuno di voi l’alto titolo di nobiltà, il compito principale, lo stile da assumere ogni giorno. Il buon Dio vi conceda di farlo sempre con animo lieto e generoso. E coloro che non hanno fede lavorino per i fratelli, lavorino per la patria, lavorino per la società. Questa è una strada per tutti, sempre per il bene comune”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa a Cuba: “le famiglie non sono un problema”, sono un’opportunità da curare, proteggere, accompagnare
22/09/2015
I piccoli passi della nonviolenza contro i grandi disegni di guerra
12/12/2016 14:55
Il Papa pubblica il Messaggio per la Pace 2017: La non violenza, stile di una politica per la pace
12/12/2016 11:36
Nuove tensioni tra ribelli maoisti e governo
26/10/2009
Papa ai diplomatici: le vittime civili non sono 'danni collaterali' delle guerre
08/01/2024 15:13


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”