04/01/2023, 10.44
VATICANO
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Papa: Benedetto XVI è stato un grande maestro di catechesi

All'inizio dell'udienza generale Francesco è tornato a rivolgere il pensiero al papa emerito alle cui spoglie prosegue in San Pietro l'omaggio dei fedeli. Con una riflessione sull'accompagnamento spirituale concluso il ciclo di catechesi sul tema del discernimento. "Colui o colei che accompagna non si sostituisce al Signore, ma cammino al fianco".

Città del Vaticano (AsiaNews) – Benedetto XVI è stato “un grande maestro di catechesi”. Lo ha detto questa mattina papa Francesco tornando a ricordare il suo predecessore nell’aula Paolo VI in Vaticano all’inizio dell’udienza generale del mercoledì, appuntamento molto caro anche a Joseph Ratzinger.

“Prima di iniziare questa catechesi – ha detto il pontefice - vorrei che ci unissimo a quanti, qui accanto, stanno rendendo omaggio a Benedetto XVI e rivolgere il mio pensiero a lui. Il suo pensiero acuto e garbato non è stato autoreferenziale, ma ecclesiale, perché sempre ha voluto accompagnarci all’incontro con Gesù. Gesù, il Crocifisso risorto, il Vivente e il Signore, è stata la meta a cui papa Benedetto ci ha condotto, prendendoci per mano. Ci aiuti a riscoprire in Cristo la gioia di credere e la speranza di vivere”.

Nell’udienza generale di oggi papa Francesco ha concluso il ciclo di catechesi dedicate al tema del discernimento, iniziato il 31 agosto scorso. Nella riflessione conclusiva si è soffermato sull’accompagnamento spirituale, un altro degli aiuti preziosi per vivere questa dimensione della vita cristiana. “È importante – ha spiegato Francesco - farsi conoscere, senza timore di condividere gli aspetti più fragili, dove ci scopriamo più sensibili, deboli o timorosi di essere giudicati. Guai alle persone che non si sentono fragili, sono dure, dittatoriali, invece le persone che con umiltà riconoscono le proprie fragilità sono più comprensive con gli altri. La fragilità è, in realtà, la nostra vera ricchezza, che dobbiamo imparare a rispettare e ad accogliere, perché, quando viene offerta a Dio, ci rende capaci di tenerezza, di misericordia, di amore. ”. 

Il pontefice ha citato ad esempio alcuni colloqui chiarificatori e liberanti di Gesù raccontati dai Vangeli: con la Samaritana, con Zaccheo, con la donna peccatrice, con Nicodemo, con i discepoli di Emmaus. “Raccontare di fronte a un altro ciò che abbiamo vissuto o che stiamo cercando – ha commentato Francesco - aiuta anzitutto a fare chiarezza in noi stessi”. Porta alla luce “pensieri falsi e velenosi, che il confronto con l’altro aiuta a smascherare, così che possiamo sentirci amati e stimati dal Signore per come siamo, capaci di fare cose buone per Lui”. E “colui o colei che accompagna – ha aggiunto il papa - non si sostituisce al Signore, non fa il lavoro al posto della persona accompagnata, ma cammina al suo fianco, la incoraggia a leggere ciò che si muove nel suo cuore, il luogo per eccellenza dove il Signore parla”.

L’accompagnamento spirituale è radicato nello scoprirsi fratelli, figli dello stesso Padre. “Non si va al Signore da soli. Come nel racconto evangelico del paralitico, spesso siamo sostenuti e guariti grazie alla fede di qualcun altro; altre volte siamo noi ad assumerci tale impegno a favore di un fratello o di una sorella”. Indicando la Vergine Maria come “maestra di discernimento” che “parla poco, ascolta molto e custodisce nel cuore”, Francesco ha invitato a lasciarsi guidare nell’arte del discernimento dalle parole della Madonna a Cana: “Fate quello che vi dirà” (Gv. 2,5). “Se ci fidiamo della sua parola – ha concluso - giocheremo bene la partita della vita, e potremo aiutare altri”.

Nei saluti ai pellegrini di lingua italiana, infine, il papa ha ricordato l’imminente solennità dell’Epifania: “Come i Magi – ha detto - sappiate cercare con animo aperto Cristo luce del mondo e Salvatore dell’umanità”. Ha inoltre esortato tutti ancora una volta a “perseverare nella vicinanza affettuosa e solidale con il martoriato popolo ucraino che tanto soffre, invocando per esso il dono della pace”.

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