01/11/2015, 00.00
VATICANO
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Papa: Grati per i santi “della porta accanto”, sforziamoci di imitarli

Nella festa di tutti i santi, Francesco sottolinea che il battesimo è la radice della vocazione alla santità: “Hanno conservato integro il ‘sigillo’, cercando di imitare Gesù: e ora hanno raggiunto la meta”. Durante il prossimo viaggio in Centrafrica, il pontefice aprirà la porta santa della cattedrale di Bangui.

Città del Vaticano (AsiaNews) – I santi sono persone “che appartengono totalmente a Dio”, che hanno conservato integro il “sigillo del battesimo” e attraverso questa grazia hanno raggiunto la meta: “Finalmente vedono Dio così com’è”. Lo ha detto papa Francesco prima della recita dell’Angelus da piazza San Pietro. Il pontefice, dopo la preghiera mariana, ha anche annunciato che intende aprire personalmente la porta santa della cattedrale di Bangui, in Centrafrica, durante il viaggio apostolico di fine novembre.

Parlando della festa di Tutti i Santi, il papa richiama una “caratteristica essenziale dei santi: sono persone che appartengono totalmente a Dio”. I santi, spiega citando l’Apocalisse, “appartengono a Dio in modo pieno ed esclusivo, sono sua proprietà. E che cosa significa portare il sigillo di Dio nella propria vita e nella propria persona? Ce lo dice ancora l’apostolo Giovanni: significa che in Gesù Cristo siamo diventati veramente figli di Dio (cfr 1 Gv 3,1-3)”.

Siamo consapevoli, chiede Francesco, “di questo grande dono? Ci ricordiamo che nel Battesimo abbiamo ricevuto il ‘sigillo’ del nostro Padre celeste e siamo diventati suoi figli? Qui sta la radice della vocazione alla santità! E i santi che oggi ricordiamo sono proprio coloro che hanno vissuto nella grazia del loro Battesimo, hanno conservato integro il ‘sigillo’ comportandosi da figli di Dio, cercando di imitare Gesù; e ora hanno raggiunto la meta, perché finalmente vedono Dio così come egli è”.

Una seconda caratteristica propria dei santi “è che sono esempi da imitare. Non soltanto quelli canonizzati, ma i santi, per così dire, “della porta accanto”, che, con la grazia di Dio, si sono sforzati di praticare il Vangelo nell’ordinarietà della loro vita. Di questi santi ne abbiamo incontrati anche noi; forse ne abbiamo avuto qualcuno in famiglia, oppure tra gli amici e i conoscenti. Dobbiamo essere loro grati, e soprattutto dobbiamo essere grati a Dio che ce li ha donati, che ce li ha messi vicino, come esempi vivi e contagiosi del modo di vivere e di morire nella fedeltà al Signore Gesù e al suo Vangelo”.

Imitare i loro gesti d’amore e di misericordia, conclude prima della preghiera mariana, “è un po’ come perpetuare la loro presenza in questo mondo. E in effetti quei gesti evangelici sono gli unici che resistono alla distruzione della morte: un atto di tenerezza, un aiuto generoso, un tempo passato ad ascoltare, una visita, una parola buona, un sorriso... Ai nostri occhi questi gesti possono sembrare insignificanti, ma agli occhi di Dio sono eterni, perché l’amore e la compassione sono più forti della morte”.

Dopo l’Angelus, il pontefice fa un appello: “I dolorosi episodi che in questi ultimi giorni hanno inasprito la delicata situazione della Repubblica Centrafricana, suscitano nel mio animo viva preoccupazione. Faccio appello alla parti coinvolte affinché si ponga fine a questo ciclo di violenze. Sono spiritualmente vicino ai Padri comboniani della parrocchia Nostra Signora di Fatima in Bangui, che accolgono numerosi sfollati. Esprimo la mia solidarietà alla Chiesa, alle altre confessioni religiose e all’intera nazione Centrafricana, così duramente provate mentre compiono ogni sforzo per superare le divisioni e riprendere il cammino della pace”.

Per manifestare la vicinanza orante di tutta la Chiesa a questa nazione così afflitta e tormentata ed esortare tutti i centroafricani ad essere sempre più testimoni di misericordia e di riconciliazione, annuncia Francesco, “domenica 29 novembre ho in animo di aprire la porta santa della cattedrale di Bangui, durante il Viaggio apostolico che spero di poter realizzare in quella Nazione”.

Il papa ricorda poi la beatificazione di madre Teresa Casini, fondatrice delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù, e saluta i partecipanti alla Corsa dei Santi e alla Marcia dei Santi: “Apprezzo queste manifestazioni che offrono una dimensione di festa popolare alla celebrazione di Tutti i Santi”.

Prima di terminare, ricorda che questo pomeriggio sarà al Verano per celebrare messa: “Visitando il principale cimitero di Roma, mi unisco spiritualmente a quanti in questi giorni vanno a pregare presso le tombe dei loro cari, in ogni parte del mondo”.

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