01/11/2022, 12.35
VATICANO
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Papa: disarmare il cuore per essere operatori di pace

Nella festa di Tutti i Santi all'Angelus il commento della beatitudine resa oggi drammaticamente attuale dalla guerra. “Tutti desideriamo la pace, ma spesso quello che vogliamo è essere lasciati in pace. Il Vangelo ricorda che non cade dall'alto, ma costruita con impegno, collaborazione e pazienza". La richiesta di preghiere per l'imminente viaggio apostolico in Bahrein.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Per diventare operatori di pace bisogna anzitutto “disarmare il cuore”. Lo ha detto oggi papa Francesco, rivolgendosi ai fedeli presenti in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus nella festa di Tutti i Santi.

Commentando la pagina evangelica della Beatitudini proposta per oggi dalla liturgia, il pontefice ha osservato come essa sia lontana dal celebrare “quei fratelli che in vita sono stati perfetti, sempre lineari, precisi, inamidati”. Contrariamente a una certa “santità da immaginetta” le Beatitudini di Gesù parlano di "una vita controcorrente e rivoluzionaria”. E soffermandosi su quella drammaticamente più attuale nel mondo di oggi segnato dalla guerra - "Beati gli operatori di pace" - Francesco ne ha sottolineato la differenza rispetto alla pace che immagina il mondo. “Tutti desideriamo la pace, ma spesso quello che vogliamo è essere lasciati in pace, non avere problemi ma tranquillità. Gesù, invece, non chiama beati quelli che stanno in pace, ma quelli che fanno la pace”. La pace infatti “non piove dall’alto” ma va costruita con “impegno, collaborazione, pazienza”. Non arriva “con la forza e la potenza”: la vita di Gesù e quella dei santi “ci dicono che il seme della pace, per crescere e dare frutto, deve prima morire; non si raggiunge conquistando o sconfiggendo qualcuno, non è mai violenta, non è mai armata”.

Il primo passo per diventare operatori di pace diventa allora “disarmare il cuore”. “Siamo tutti equipaggiati con pensieri aggressivi, uno contro l'altro, e parole taglienti, e pensiamo di difenderci con i fili spinati della lamentela e con i muri di cemento dell’indifferenza”. Ed è possibile solo accogliendo da Gesù il suo perdono e la sua pace perché “essere operatori di pace, essere santi, non è capacità nostra, è dono suo, è grazia”.

Il papa infine si è chiesto: conviene vivere così? Non è perdente? La risposta di Gesù è che gli operatori di pace «saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). “Nel mondo – ha commentato il papa - sembrano fuori posto, perché non cedono alla logica del potere e del prevalere, in Cielo saranno i più vicini a Dio, i più simili a Lui. Ma, in realtà, anche qui chi prevarica resta a mani vuote, mentre chi ama tutti e non ferisce nessuno vince.

Dopo la recita dell’Angelus papa Francesco ha poi ricordato il viaggio che dal 3 novembre si appresta a compiere in Bahrein, affidandolo alla preghiera dei fedeli. Ricordando che il suo momento centrale sarà la partecipazione al Forum internazionale per il dialogo tra Oriente e Occidente alla presenza di numerose personalità musulmane, il pontefice ha auspicato che possa essere un momento per aiutare a crescere nella fraternità e nella pace di cui il mondo oggi ha tanto bisogno. A questo proposito ha anche rinnovato ancora una volta l’invito a non dimenticare l’Ucraina sfigurata dalla guerra, continuando a pregare per la pace.

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