14/08/2016, 12.18
VATICANO
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Papa: La Chiesa non ha bisogno di burocrati, ma di missionari appassionati

All’Angelus, papa Francesco mette in luce la necessità che nella Chiesa ci sia sempre il “fuoco” dello Spirito che “ci rende creativi e ci sprona a metterci in movimento per camminare anche su strade inesplorate o scomode, offrendo speranza a quanti incontriamo”. L’invito a prendere “cinque minuti e domandarci: Come va il mio cuore? È freddo, è tiepido o è capace di ricevere questo fuoco?”. Il grazie ai “numerosi sacerdoti e religiosi che, in tutto il mondo, si dedicano all’annuncio del Vangelo con grande amore e fedeltà, non di rado anche a costo della vita”. Il ricordo di san Massimiliano Kolbe.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “La Chiesa non ha bisogno di burocrati e di diligenti funzionari, ma di missionari appassionati, divorati dall’ardore di portare a tutti la consolante parola di Gesù e la sua grazia rigenerante”. Lo ha detto papa Francesco – scandendo parola per parola - prima dell’Angelus recitato insieme ai pellegrini oggi in piazza san Pietro. Il pontefice aveva appena espresso la sua “ammirazione”  per i “numerosi sacerdoti e religiosi che, in tutto il mondo, si dedicano all’annuncio del Vangelo con grande amore e fedeltà, non di rado anche a costo della vita”. Questo “ardore” è simile al “fuoco” di cui Gesù parla nel Vangelo di oggi (Lc 12,49-53).

“Il fuoco di cui Gesù parla è il fuoco dello Spirito Santo, presenza viva e operante in noi dal giorno del nostro Battesimo. Esso è una forza creatrice che purifica e rinnova, brucia ogni umana miseria, ogni egoismo, ogni peccato, ci trasforma dal di dentro, ci rigenera e ci rende capaci di amare. Gesù desidera che lo Spirito Santo divampi come fuoco nel nostro cuore, perché è solo partendo dal cuore che l’incendio dell’amore divino potrà svilupparsi e far progredire il Regno di Dio. Se ci apriamo completamente all’azione dello Spirito Santo, Egli ci donerà l’audacia e il fervore per annunciare a tutti Gesù e il suo consolante messaggio di misericordia e di salvezza, navigando in mare aperto”.

“Nell’adempimento della sua missione nel mondo, la Chiesa ha bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo per non lasciarsi frenare dalla paura e dal calcolo, per non abituarsi a camminare entro i confini sicuri. Il coraggio apostolico che lo Spirito Santo accende in noi come un fuoco ci aiuta a superare i muri e le barriere, ci rende creativi e ci sprona a metterci in movimento per camminare anche su strade inesplorate o scomode, offrendo speranza a quanti incontriamo. Siamo chiamati a diventare sempre più comunità di persone guidate e trasformate dallo Spirito Santo, piene di comprensione, dal cuore dilatato e dal volto gioioso. Più che mai c’è bisogno di sacerdoti, di consacrati e di fedeli laici, con lo sguardo attento dell’apostolo, per commuoversi e sostare dinanzi ai disagi e alle povertà materiali e spirituali, caratterizzando così il cammino dell’evangelizzazione e della missione con il ritmo sanante della prossimità. C’è proprio il fuoco dello Spirito Santo che ci porta a farci prossimi di quelli che soffrono”.

Staccandosi dal testo preparato ha poi aggiunto: “Se la Chiesa non ha questo fuoco, diventa fredda o tiepida, incapace di portare vita. Ci farà bene oggi prendere cinque minuti e domandarci: Come va il mio cuore? È freddo, è tiepido o è capace di ricevere questo fuoco?”.

“Chiediamo alla Vergine Maria – ha concluso - di pregare con noi e per noi il Padre celeste, affinché effonda su tutti i credenti lo Spirito Santo, fuoco divino che riscalda i cuori e ci aiuta ad essere solidali con le gioie e le sofferenze dei nostri fratelli. Ci sostenga nel nostro cammino l’esempio di San Massimiliano Kolbe, martire della carità, di cui oggi ricorre la festa: egli ci insegni a vivere il fuoco di amore per Dio e per il prossimo”.

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