30/12/2018, 12.13
VATICANO
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Papa: La famiglia di Nazareth è santa perché ‘centrata su Gesù’

All’Angelus, papa Francesco sottolinea “lo stupore e l’angoscia” vissuti da Maria e Giuseppe nella ricerca del loro Figlio. “Stupirsi è il contrario del dare tutto per scontato”. “Dovremmo provare angoscia quando per più di tre giorni ci dimentichiamo di Gesù”. La preghiera per tutte le famiglie del mondo, specie quelle dove “mancano la pace e l’armonia”. Un’Ave Maria per la Repubblica democratica del Congo.

Città del Vaticano (AsiaNews) - “La famiglia di Nazareth è santa: perché era centrata su Gesù, a Lui erano rivolte tutte le attenzioni e le sollecitudini di Maria e di Giuseppe”: così papa Francesco ha riassunto il senso della festa di oggi, della Santa Famiglia, nella domenica fra Natale e Capodanno. Parlando ai numerosi pellegrini in piazza san Pietro, il pontefice ha anzitutto citato il vangelo di oggi (Lc 2,41-52), del ritrovamento di Gesù fra i dottori del tempio, dopo tre giorni di ricerca.

“Alla vista del Figlio – ha spiegato il papa - Maria e Giuseppe «restarono stupiti» (v. 48) e la Madre gli manifestò la loro apprensione dicendo: «Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (ibid.)”.

“Lo stupore e l’angoscia sono i due elementi sui quali vorrei richiamare la vostra attenzione. Nella famiglia di Nazareth non è mai venuto meno lo stupore, neanche in un momento drammatico come lo smarrimento di Gesù: è la capacità di stupirsi di fronte alla graduale manifestazione del Figlio di Dio. È lo stesso stupore che colpisce anche i dottori del tempio, ammirati «per la sua intelligenza e le sue risposte» (v. 47)”.

“Stupirsi e meravigliarsi è il contrario del dare tutto per scontato, è il contrario dell’interpretare la realtà che ci circonda e gli avvenimenti della storia solo secondo i nostri criteri. Stupirsi è aprirsi agli altri, comprendere le ragioni degli altri: questo atteggiamento è importante per sanare i rapporti compromessi tra le persone, ed è indispensabile anche per guarire le ferite aperte nell’ambito familiare”.

“Quando ci sono i problemi nelle famiglie, diamo per scontato che abbiamo ragione noi e chiudiamo la porta agli altri… Quando avete dei problemi con qualcuno in famiglia, pensate alle cose buone che ha la persona con cui avete i problemi e questo aiuterà a guarire le ferite nell’ambito familiare”.

“Il secondo elemento che vorrei cogliere dal Vangelo è l’angoscia che sperimentarono Maria e Giuseppe quando non riuscivano a trovare Gesù. Questa angoscia manifesta la centralità di Gesù nella Santa Famiglia. La Vergine e il suo sposo avevano accolto quel Figlio, lo custodivano e lo vedevano crescere in età, sapienza e grazia in mezzo a loro, ma soprattutto Egli cresceva dentro il loro cuore; e, a poco a poco, aumentavano il loro affetto e la loro comprensione nei suoi confronti. Ecco perché la famiglia di Nazareth è santa: perché era centrata su Gesù, a Lui erano rivolte tutte le attenzioni e le sollecitudini di Maria e di Giuseppe”.

“Quell’angoscia che essi provarono nei tre giorni dello smarrimento di Gesù, dovrebbe essere anche la nostra angoscia quando siamo lontani da Lui. Dovremmo provare angoscia quando per più di tre giorni ci dimentichiamo di Gesù, senza pregare, senza leggere il Vangelo, senza sentire il bisogno della sua presenza e della sua consolante amicizia.

E tante volte passano i giorni senza che io ricordi Gesù… Maria e Giuseppe lo cercarono e lo trovarono nel tempio mentre insegnava: anche noi, è soprattutto nella casa di Dio che possiamo incontrare il divino Maestro e accogliere il suo messaggio di salvezza. Nella celebrazione eucaristica facciamo esperienza viva di Cristo; Egli ci parla, ci offre la sua Parola che illumina il nostro cammino, ci dona il suo Corpo nell’Eucaristia da cui attingiamo vigore per affrontare le difficoltà di ogni giorno”.

“Torniamo a casa – ha ribadito - con queste due parole: stupore e angoscia”.

“Preghiamo per tutte le famiglie del mondo, specialmente quelle in cui, per vari motivi, mancano la pace e l’armonia. E le affidiamo alla protezione della Santa Famiglia di Nazareth”.

Dopo la preghiera dell’Angelus, Francesco ha chiesto a tutti i presenti di recitare un’Ave Maria per la Repubblica democratica del Congo, segnata da violenze prima delle elezioni, che si tengono oggi, e da un’epidemia di ebola, che non permetterà ad alcune zone di votare.

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