14/03/2016, 11.02
VATICANO
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Papa: affidarsi a Dio anche davanti ai tanti mali che non riusciamo a capire

“Quando noi oggi, guardiamo tante valli oscure, tante disgrazie, tanta gente che muore di fame, di guerra, tanti bambini disabili”, viene da chiedersi “dove sta il Signore?”. “Non so: è un mistero, per me. Soltanto, mi dà qualcosa di luce – non alla mente, all’anima – Gesù al Getsemani: ‘Padre, questo calice, no. Ma si faccia la Tua volontà’. Si affida alla volontà del Padre”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Davanti alla malattia di un bambino, alle suore di Madre Teresa uccise nello Yemen, ai migranti lasciati al freddo, in una parola alle tante “valli oscure” del nostro tempo e della nostra vita, anche se non capiamo dobbiamo affidarci a Dio. L’ha detto papa Francesco all’omelia della messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, commentando la Prima Lettura, tratta dal Libro di Daniele che racconta di Susanna, una donna giusta, che viene “sporcata” dal “cattivo desiderio” di due giudici, ma preferisce affidarsi a Dio e scegliere di morire innocente piuttosto che fare quello che volevano questi uomini. Affidarsi nelle mani del Signore che mai lascia solo il suo popolo, che sempre cammina con noi, ci vuole bene e non ci abbandona.

“Quando noi –ha detto - oggi, guardiamo tante valli oscure, tante disgrazie, tanta gente che muore di fame, di guerra, tanti bambini disabili, tanti … tanti che adesso, tu chiedi ai genitori: ‘Ma che malattia ha?’ – ‘Nessuno lo sa: si chiama malattia rara’. E’ quella che noi facciamo con le nostre cose: pensiamo ai tumori dalla Terra dei fuochi … Quando tu vedi tutto questo, ma dove sta il Signore, dove sei? Tu cammini con me? Questo era il sentimento di Susanna. Anche il nostro. Tu vedi queste quattro sorelle trucidate: ma, servivano per amore, e sono finite trucidate per odio! Quando tu vedi che si chiudono le porte ai profughi e li si lasciano fuori, all’aria, con il freddo … Ma, Signore, dove sei Tu?”.

 “Come posso affidarmi a Te – ha proseguito il Papa – se vedo tutte queste cose? E quando le cose succedono a me, ognuno di noi può dire: ma come mi affido a Te?”. “Soltanto, a questa domanda c’è una risposta”. “Non si può spiegare, no io non ne sono capace”. “Perché soffre un bambino? Non so: è un mistero, per me. Soltanto, mi dà qualcosa di luce – non alla mente, all’anima – Gesù al Getsemani: ‘Padre, questo calice, no. Ma si faccia la Tua volontà’. Si affida alla volontà del Padre. Gesù sa che non finisce tutto, con la morte o con l’angoscia, e l’ultima parola dalla Croce: ‘Padre, nelle Tue mani mi affido!’, e muore così. Affidarsi a Dio, che cammina con me, che cammina con il mio popolo, che cammina con la Chiesa: e questo è un atto di fede. Io mi affido. Non so: non so perché accade questo, ma io mi affido. Tu saprai perché”.

E questo “è l’insegnamento di Gesù: chi si affida al Signore che è Pastore, non manca di nulla”. Anche se va per una valle oscura “sa che il male è un male del momento, ma il male definitivo non ci sarà perché il Signore, ‘perché Tu sei con me. Il Tuo bastone e il Tuo vincastro mi danno sicurezza’”. Questa, ha sottolineato, “è una grazia” che dobbiamo chiedere: “Signore, insegnami ad affidarmi alle Tue mani, ad affidarmi alla Tua guida, anche nei momenti brutti, nei momenti oscuri, nel momento della morte”. “Ci farà bene, oggi, pensare alla nostra vita, ai problemi che abbiamo e chiedere la grazia di affidarci alle mani di Dio. Pensare a tanta gente che neppure ha un’ultima carezza al momento di morire. Tre giorni fa è morto uno, qui, sulla strada, un senzatetto: è morto di freddo. In piena Roma, una città con tutte le possibilità per aiutare. Perché, Signore? Neppure una carezza … Ma io mi affido, perché Tu non deludi”. “Signore – ha concluso – non ti capisco. Questa è una bella preghiera. Ma senza capire, mi affido nelle tue mani”

 

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