30/05/2018, 10.52
VATICANO
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Papa: atleti di Corea del Nord e del Sud insieme all’udienza generale

“Un messaggio di pace per tutta l’umanità” è stata definita da Francesco l’esibizione di taekwondo al termine della quale è stato esposto un lungo striscione con la scritta “La pace è più preziosa del trionfo”. Con la Confermazione, i cresimandi ricevono i doni dello Spirito, “una impronta spirituale indelebile, il ‘carattere’, che configura più perfettamente a Cristo”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Un messaggio di pace per tutta l’umanità”. Papa Francesco ha definito così la del tutto insolita esibizione di taekwondo, l’arte marziale coreana, presentata nel corso dell’udienza generale di oggi da atleti del nord e del sud della Corea, mentre risuonavano le note dell’Ave Maria e conclusa con l’esibizione di un lungo striscione con la scritta “La pace è più preziosa del trionfo” (nella foto).

In precedenza, proseguendo nel ciclo di catechesi sul sacramento della Confermazione, Francesco aveva centrato la sua meditazione sul sigillo dello Spirito. Con la Confermazione, aveva detto alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro, i cresimandi rinnovano le promesse battesimali e ricevono i doni dello Spirito: è “una impronta spirituale indelebile, il ‘carattere’, che lo configura più perfettamente a Cristo e gli dà la grazia di spandere tra gli uomini il suo ‘buon profumo’”.

“Prima di ricevere l’unzione spirituale che conferma e rafforza la grazia del Battesimo – ha detto - i cresimandi sono chiamati a rinnovare le promesse fatte un giorno da genitori e padrini. Ora sono loro stessi a professare la fede della Chiesa, pronti a rispondere «credo» alle domande rivolte dal Vescovo; pronti, in particolare, a credere «nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e che oggi, per mezzo del sacramento della Confermazione, è in modo speciale a [loro] conferito, come già agli Apostoli nel giorno di Pentecoste» (Rito della Confermazione, n. 26)”.

“Poiché la venuta dello Spirito richiede cuori raccolti in orazione (cfr At 1,14), dopo la preghiera silenziosa della comunità, il Vescovo, tenendo le mani stese sui cresimandi, supplica Dio di infondere in loro il suo santo Spirito Paraclito. Uno solo è lo Spirito (cfr 1 Cor 12,4), ma venendo a noi porta con sé ricchezza di doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e santo timore di Dio(cfr Rito della Confermazione, nn. 28-29)”. “Secondo il profeta Isaia (11,2), queste sono le sette virtù dello Spirito effuse sul Messia per il compimento della sua missione. Anche san Paolo descrive l’abbondante frutto dello Spirito che è «amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22). L’unico Spirito distribuisce i molteplici doni che arricchiscono l’unica Chiesa: è l’Autore della diversità, ma allo stesso tempo il Creatore dell’unità. Così lo Spirito dà tutte questa ricchezze che sono diverse, ma fa l’unità”.

“Per tradizione attestata dagli Apostoli, lo Spirito che completa la grazia del Battesimo viene comunicato attraverso l’imposizione delle mani (cfr At 8,15-17; 19,5-6; Eb 6,2). A questo gesto biblico, per meglio esprimere l’effusione dello Spirito che pervade quanti la ricevono, si è ben presto aggiunta una unzione di olio profumato, chiamato crisma rimasta in uso fino ad oggi, sia in Oriente che in Occidente (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 1289). L’olio è sostanza terapeutica e cosmetica, che entrando nei tessuti del corpo medica le ferite e profuma le membra; per queste qualità è stato assunto dalla simbolica biblica e liturgica per esprimere l’azione dello Spirito che consacra e permea il battezzato, abbellendolo di carismi. Il Sacramento viene conferito mediante l’unzione del crisma sulla fronte, compiuta dal Vescovo con l’imposizione della mano e mediante le parole: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono». Lo Spirito Santo è il dono invisibile elargito e il crisma ne è il sigillo visibile. A immagine del Cristo che reca su di sé il sigillo del Padre (cfr Gv 6,27), anche i cristiani sono segnati con un sigillo che dice a chi appartengono, al servizio di Chi sono posti per sempre (cfr CCC, 1295-1296). Lo spiega San Paolo: «E’ Dio stesso che ci conferma in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori» (2 Cor 1,21-22; cfr Ef 1,13)”.

“Riascoltiamo – la conclusione del Papa - l’invito di sant’Ambrogio ai neoconfermati: «Ricorda che hai ricevuto il sigillo spirituale […] e conserva ciò che hai ricevuto. Dio Padre ti ha segnato, ti ha confermato Cristo Signore e ha posto nel tuo cuore quale pegno lo Spirito» (De mysteriis 7,42: CSEL 73,106; cfr CCC, 1303). E’ un dono immeritato lo Spirito, da accogliere con gratitudine, facendo spazio alla sua inesauribile creatività. E’ un dono da custodire con premura, da assecondare con docilità, lasciandosi plasmare, come cera, dalla sua infuocata carità, «per riflettere Gesù Cristo nel mondo di oggi» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 23)”.

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