12/10/2022, 13.20
VATICANO
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Papa: cessi l’uragano della violenza in Ucraina

Nuovo appello per la pace di Francesco all’udienza generale dopo la pioggia di bombardamenti di queste ore. Il tema del desiderio al centro della catechesi sul discernimento: “La società di oggi l’ha ridotto alla voglia del momento e così non capiamo che cosa vogliamo veramente”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Lo Spirito del Signore “possa trasformare i cuori di quanti hanno in mano le sorti della guerra, perché cessi l’uragano della violenza e si possa ricostruire una convivenza pacifica nella giustizia”. Al termine dell’udienza generale di oggi, tenuta davanti a migliaia di fedeli in piazza San Pietro, papa Francesco è tornato a lanciare un appello per l’Ucraina, sconvolta in questi giorni dalla pioggia di missili.

In questi giorni – ha detto - il mio cuore è sempre rivolto al popolo ucraino, specialmente agli abitanti delle località sulle quali si sono accaniti i bombardamenti. Porto dentro di me il loro dolore e per intercessione della Santa Madre di Dio lo presento nella preghiera al Signore. Egli sempre ascolta il grido dei poveri che Lo invocano”.
Nell’udienza generale - proseguendo la sua catechesi sul discernimento - dopo la preghiera e la conoscenza di se stessi papa Francesco ha parlato di un terzo ingrediente indicato dai maestri della spiritualità come essenziale per questa dimensione della vita cristiana: il desiderio. Ricordandone l’etimologia – “de-sidus, letteralmente ‘la mancanza della stella’ - il pontefice ha spiegato che desiderio “evoca una sofferenza, una carenza, e nello stesso tempo una tensione per raggiungere il bene che ci manca. È la bussola per capire dove mi trovo e dove sto andando, anzi è la bussola per capire se sto fermo o sto andando, perché una persona che mai desidera è una persona ferma, forse ammalata, quasi morta”.

E come è possibile riconoscerlo? “A differenza della voglia o dell’emozione del momento – ha risposto il pontefice - il desiderio dura nel tempo e tende a concretizzarsi. Il desiderio ti fa forte, ti fa coraggioso, ti fa andare avanti sempre perché tu vuoi arrivare a quello”. Colpisce – ha aggiunto - il fatto che Gesù, prima di compiere un miracolo, spesso interroga la persona sul suo desiderio: “Vuoi essere guarito? A volte questa domanda sembra fuori luogo: si vede che è ammalato”. Ma la domanda di Gesù è un invito a fare chiarezza nel proprio cuore, ”dialogando con il Signore, impariamo a capire che cosa veramente vogliamo dalla nostra vita”. In particolare questa domanda ci scuote dagli alibi e dalle lamentele che “sono un veleno all’anima, un veleno alla vita perché non ti fanno crescere il desiderio di andare avanti. State attenti – ha ammonito papa Francesco - quando i coniugi si lamentano uno dell’altro, i figli del papà o i preti del vescovo o i vescovi di tante altre cose… È quasi peccato, perché la lamentela non lascia crescere il desiderio”.

“L’epoca in cui viviamo - ha aggiunto ancora il pontefice - sembra favorire la massima libertà di scelta, ma nello stesso tempo atrofizza il desiderio per lo più ridotto alla voglia del momento. Siamo bombardati da mille proposte, progetti, possibilità, che rischiano di distrarci e non permetterci di valutare con calma quello che veramente vogliamo”. Da qui “il rischio di trascorrere l’esistenza tra tentativi ed espedienti di vario tipo, senza mai arrivare da nessuna parte, e sciupando opportunità preziose. E così alcuni cambiamenti, pur voluti in teoria, quando si presenta l’occasione non vengono mai attuati”.

“Se il Signore rivolgesse a noi, oggi, la domanda che ha fatto al cieco di Gerico: ‘Che cosa vuoi che io faccia per te?’ (Mc 10,51) cosa risponderemmo? - ha concluso Francesco - Forse, potremmo finalmente chiedergli di aiutarci a conoscere il desiderio profondo di Lui, che Dio stesso ha messo nel nostro cuore. È una grazia immensa, alla base di tutte le altre: consentire al Signore, come nel Vangelo, di fare miracoli per noi: ‘Dacci il desiderio e fallo crescere, Signore’”.

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