27/02/2022, 12.46
VATICANO
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Papa: chi fa la guerra dimentica l’umanità

All’Angelus nuovo accorato appello “con il cuore straziato” per le vittime delle armi in Ucraina ma anche in altre parti del mondo. Rinnovato l’invito al digiuno e alla preghiera nella giornata del 2 marzo: “Non smettiamo di supplicare Dio che sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Urgente aprire corridoi umanitari”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Dio sta con gli operatori di pace non con chi usa la violenza”. Con il “cuore straziato” per le vittime dell’invasione russa in Ucraina ma anche per chi soffre a causa della guerra in altre parti del mondo, al termine della preghiera dell’Angelus papa Francesco questa mattina ha rinnovato il suo invito alla preghiera. “Vedo tante bandiere dell’Ucraina” ha detto rivolgendo un saluto nella loro lingua ai fedeli ucraini presenti in piazza San Pietro.

“In questi giorni - ha detto papa Francesco - siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra. Più volte abbiamo pregato perché non fosse imboccata questa strada e non smettiamo di supplicare Dio più intensamente”. In questo senso il pontefice ha rinnovato l’invito a vivere una giornata di digiuno e preghiera per la pace il 2 marzo, mercoledì delle Ceneri. “Una giornata - ha spiegato - per stare vicini alle sofferenze del popolo ucraino, per sentirci tutti fratelli e implorare da Dio la fine della guerra”.

“Chi fa la guerra dimentica l’umanità – ha proseguito - non parte dalla gente, non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto gli interessi di parte e di potere. Si affida alla logica diabolica e perversa delle armi che è la più lontana dalla volontà di Dio e si distanzia dalla gente comune che vuole la pace. In ogni conflitto - ha aggiunto - la gente comune è la vera vittima che paga sulla propria pelle le follie della guerra. Penso agli anziani a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini. Sono fratelli e sorelle per i quali è urgente aprire corridoi umanitari e che vanno accolti”.

Con il “cuore straziato” per quanto accade in Ucraina ma anche nelle guerre in altre parti del mondo “come nello Yemen, in Siria e in Etiopia”, il papa ha rinnovato il suo grido affinché “tacciano le armi”. “Dio sta con gli operatori di pace non con chi usa la violenza – ha detto ancora -, perché come recita la Costituzione italiana chi ama la pace ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Prima della preghiera dell’Angelus papa Francesco aveva commentato il brano di Vangelo proposto oggi dalla liturgia, con il pericolo di concentrarci sulla pagliuzza nell’occhio del fratello senza accorgerci della trave che c’è nel nostro (cfr Lc 6,41).

“Tante volte – ha commentato - ci lamentiamo per le cose che non vanno nella società, nella Chiesa, nel mondo, senza metterci prima in discussione e senza impegnarci a cambiare anzitutto noi stessi. Ma – spiega Gesù – facendo così il nostro sguardo è cieco. E se siamo ciechi non possiamo pretendere di essere guide e maestri per gli altri”. Riconoscere le nostre miserie, invece, apre per noi la porta della misericordia. “Dio ci guarda così: non vede in noi degli sbagli irrimediabili, ma vede dei figli che sbagliano. Dio distingue sempre la persona dai suoi errori. Crede sempre nella persona ed è sempre pronto a perdonare gli errori. E ci invita a fare lo stesso: a non ricercare negli altri il male, ma il bene”.

Insieme allo sguardo, poi, Gesù nel Vangelo invita a riflettere sul nostro parlare: “Al giorno d’oggi – ha proseguito Francesco - specialmente nel mondo digitale, le parole corrono veloci; ma troppe veicolano rabbia e aggressività, alimentano notizie false e approfittano delle paure collettive per propagare idee distorte”. Di qui l’invito a domandarsi “che genere di parole utilizziamo”, affidandosi a Maria: “la Vergine del silenzio ci aiuti a purificare il nostro sguardo e il nostro parlare”.

Nei suoi saluti ai gruppi presenti in piazza San Pietro il papa ha, infine, ricordato la Giornata delle malattie rare che ricorre domani: “Incoraggio le associazioni dei malati – ha detto - e i ricercatori che operano in questo campo”.

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