30/07/2006, 00.00
vaticano
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Papa: in nome di Dio si depongano immediatamente le armi

Appello di Benedetto XVI a "tutti i responsabili". A governi e istituzioni internazionali il Papa chiede di sforzarsi per la cessazione delle ostilità, premessa necessaria per costruire, con il dialogo, la pace per tutti i popoli del Medio oriente; agli uomini di buona volontà di intensificare gli aiuti ed ai credenti di contoinuare a chiedere a Dio la pace.

Castel Gandolfo (AsiaNews) – Appello "nel nome di Dio" di Benedetto XVI per la fine delle ostilità e la pace in Medio Oriente. Ancora la guerra nelle parole del Papa prima della recita dell'Angelus, il primo, quest'anno, da Castel Gandolfo, con l'affermazione del valore della via indicata dalla Chiesa e un ricordo di Giovanni XXIII: "di fronte alle guerre e ai conflitti di ogni genere, indica il cammino della verità, della giustizia, dell'amore e della libertà (cfr Enc. Pacem in terris)".

Quello di Benedetto XVI è un richiesta rivolta "a tutti i responsabili di questa spirale di violenza, perché immediatamente – il Papa ha sottolineando con forza tale parola - si depongano le armi da ogni parte". E' un appello che si fa concreta domanda ai governanti e alle istituzioni internazionali "di non risparmiare nessuno sforzo per ottenere questa necessaria cessazione delle ostilità e per poter iniziare così a costruire, mediante il dialogo, una durevole e stabile convivenza di tutti i popoli del Medio Oriente" ed anche "agli uomini di buona volontà" perché cerchino di "intensificare l'invio degli aiuti umanitari a quelle popolazioni tanto provate e bisognose. Ma soprattutto continui ad elevarsi da ogni cuore la fiduciosa preghiera a Dio buono e misericordioso, affinché conceda la sua pace a quella regione e al mondo intero".

Accolto festosamente da alcune migliaia di persone che hanno riempito il cortile interno del palazzo apostolico - l'accoglienza "non potrebbe essere più caloroso", ha commentato lo stesso Papa in risposta alle grida dei presenti – il Papa è tornato a pregare per quella tormentata regione.

"In questo momento – ha detto - non posso non pensare alla situazione, sempre più grave e tragica, che sta vivendo il Medio Oriente: centinaia di morti, moltissimi feriti, una massa ingente di senzatetto e di sfollati, case, città ed infrastrutture distrutte, mentre nei cuori di molti sembrano crescere l'odio e la volontà di vendetta. Questi fatti – ha aggiunto - dimostrano chiaramente che non si può ristabilire la giustizia, creare un ordine nuovo ed edificare una pace autentica quando si ricorre allo strumento della violenza. Più che mai vediamo come sia profetica e, insieme, realista la voce della Chiesa, quando, di fronte alle guerre e ai conflitti di ogni genere, indica il cammino della verità, della giustizia, dell'amore e della libertà (cfr Enc. Pacem in terris). Questo cammino l'umanità deve anche oggi percorrere per conseguire il desiderato bene della vera pace.

Nel nome di Dio – ha detto ancora - mi rivolgo a tutti i responsabili di questa spirale di violenza, perché immediatamente si depongano le armi da ogni parte! Ai Governanti e alle Istituzioni internazionali chiedo di non risparmiare nessuno sforzo per ottenere questa necessaria cessazione delle ostilità e per poter iniziare così a costruire, mediante il dialogo, una durevole e stabile convivenza di tutti i popoli del Medio Oriente. Agli uomini di buona volontà chiedo di continuare ed intensificare l'invio degli aiuti umanitari a quelle popolazioni tanto provate e bisognose. Ma soprattutto continui ad elevarsi da ogni cuore la fiduciosa preghiera a Dio buono e misericordioso, affinché conceda la sua pace a quella regione e al mondo intero. Affidiamo quest'accorata supplica – ha concluso - all'intercessione di Maria, Madre del Principe della Pace e Regina della Pace, tanto venerata nei Paesi mediorientali, dove speriamo di veder presto regnare quella riconciliazione per la quale il Signore Gesù ha offerto il suo Sangue prezioso".

 

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