02/07/2023, 12.26
VATICANO
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Papa: la preghiera è la forza mite che protegge e sostiene il mondo

All'Angelus l'invito a non stancarsi di pregare per la pace, ricordando anche le vittime delle guerre dimenticate che insanguinano il mondo. Il profeta "non è chi predice il futuro, ma ciascuno di noi quando in forza del Battesimo indica agli altri Gesù. Per questo nella Chiesa anche il più piccolo ha qualcosa di importante da dire".

Città del Vaticano (AsiaNews) - La preghiera è la “forza mite che protegge e sostiene il mondo”. È tornato a ricordarlo questa mattina alla fine dell’Angelus papa Francesco invitando i fedeli presenti in piazza San Pietro a pregare per le vittime delle tante guerre che insanguinano il mondo.

“Anche in questo periodo estivo - ha detto il pontefice - non stanchiamoci di pregare per la pace, in modo speciale per il popolo ucraino tanto provato. E non trascuriamo le altre guerre, purtroppo spesso dimenticate, numerosi conflitti e scontri che insanguinano tanti luoghi della terra. Interessiamoci di quello che accade - ha aggiunto - aiutiamo chi soffre, preghiamo”.

Commentando il brano di Vangelo proposto oggi dalla liturgia (Mt 10,41), Francesco si è soffermato si tratti autentici della figura del profeta. “C’è chi lo immagina come una sorta di mago che predice il futuro; questa è un’idea superstiziosa e il cristiano non crede alle superstizioni, come la magia, le carte, gli oroscopi o cose simili”, ha commentato. Profeta – al contrario – “è ciascuno di noi” quando “in forza del Battesimo, aiuta gli altri a leggere il presente sotto l’azione dello Spirito Santo, a comprendere i progetti di Dio e corrispondervi. In altre parole, è colui che indica agli altri Gesù, che lo testimonia, che aiuta a vivere l’oggi e a costruire il domani secondo i suoi disegni”.

Di qui l’invito a chiedersi: “Io, che sono stato eletto profeta nel Battesimo, parlo e, soprattutto, vivo come testimone di Gesù? Porto un po’ della sua luce nella vita di qualcuno?”. Ma il Vangelo - ha aggiunto il papa - chiede pure di accogliere i profeti; “dunque è importante accoglierci a vicenda come tali, come portatori di un messaggio di Dio, ciascuno secondo il suo stato e la sua vocazione, e farlo lì dove viviamo: in famiglia, in parrocchia, nelle comunità religiose, negli altri ambiti della Chiesa e della società”. “Lo Spirito – ha sottolineato ancora - ha distribuito doni di profezia nel santo Popolo di Dio: ecco perché è bene ascoltare tutti. Ad esempio, quando c’è da prendere una decisione importante, fa bene anzitutto pregare, invocare lo Spirito, ma poi ascoltare e dialogare, nella fiducia che ciascuno, anche il più piccolo, ha qualcosa di importante da dire, un dono profetico da condividere. Così - ha concluso - si ricerca la verità e si diffonde un clima di ascolto di Dio e dei fratelli, in cui le persone non si sentono accolte solo se dicono quello che piace a me, ma si sentono accettate e valorizzate come doni per quello che sono”.

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