15/04/2006, 00.00
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Papa: la risurrezione, "esplosione dell'amore" che riguarda ognuno di noi

Nella "veglia di tutte le veglie", Benedetto XVI ha evidenziato il rapporto tra la risurrezione, il battesimo, ugualmente rinascita, ed il legame con l'amore divino, che conduce alla vita eterna.

Città del Vaticano (AsiaNews) - La risurrezione "fu come un'esplosione di luce", "un avvenimento cosmico, che comprende cielo e terra e li associa l'uno all'altra", ma soprattutto "un'esplosione dell'amore che sciolse l'intreccio fino ad allora indissolubile del 'muori e divieni'" e che riguarda personalmente ognuno dei discepoli. Mediante la fede ed il Battesimo, infatti, siamo tutti legati a "quella" risurrezione che fa "evolvere" e trasforma ad una nuova vita, fa "aggrappare" a Gesù rendendoci "io, ma non più io", unità con Dio e con gli altri. E "se viviamo in questo modo,trasformiamo il mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e ilprogramma che s'oppone alla corruzione ed all'aspirazione al potere e al possesso".

Risurrezione e battesimo, eternità e amore, gli argomenti affrontati da Benedetto XVI nella lunga omelia per la liturgia proabilmente più suggestiva dell'intero anno. La "veglia di tutte le veglie" è  cominciata alle 22 nell'atrio della basilica di San Pietro con la benedizione del fuoco e dell'acqua, la preparazione e l'accensione del cero pasquale.

La basilica al buio ha visto i fedeli passarsi quel fuoco. Al momento della processione verso l'altare con il cero pasquale e il canto dell'Exsultet, la luce è esplosa.

Del lungo rito fa parte il battesimo che secondo la tradizione più antica, viene amministrato la notte di Pasqua e che Benedetto XVI ha dato a sette catecumeni.

Il Papa-teologo, che ha dedicato all'amore divino la sua prima enciclica, nell'omelia ha evidenziato il rapporto tra la risurrezione, il battesimo, ugualmente rinascita, ed il legame con l'amore divino, che conduce alla vita eterna.

La risurrezione, dunque, "inaugurò una nuova dimensione dell'essere, della vita, nella quale, in modo trasformato, è stata integrata anche la materia e attraverso la quale emerge un mondo nuovo. È chiaro che questo avvenimento non è un qualche miracolo del passato il cui accadimento potrebbe essere per noi in fondo indifferente. È un salto di qualità nella storia dell''evoluzione' e della vita in genere verso una nuova vita futura, verso un mondo nuovo che, partendo da Cristo, già penetra continuamente in questo nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé".

Per gli uomini questa "attrazione" avviene con il Battesimo, che per questo si amministra durante la veglia di Pasqua. "Il Battesimo significa proprio questo, che non è in questione un evento passato, ma che un salto di qualità della storia universale viene a me afferrandomi per attrarmi". Per chiarire il concetto, Benedetto XVI ha citato la conclusione della Lettera ai Galati, nella quale Paolo scrive: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal 2, 20). Vivo, ma non sono più io. L'io stesso, la essenziale identità dell'uomo – di quest'uomo, Paolo – è stata cambiata. Egli esiste ancora e non esiste più. Ha attraversato un 'non' e si trova continuamente  in questo 'non': Io, ma 'non' più io". "Questa frase è l'espressione di ciò che è avvenuto nel Battesimo. Il mio proprio io mi viene tolto e viene inserito in un nuovo soggetto più grande. Allora il mio io c'è di nuovo, ma appunto trasformato, dissodato, aperto mediante l'inserimento nell'altro, nel quale acquista il suo nuovo spazio di esistenza".

"Voi siete diventati uno in Cristo", dice Paolo. "Non una cosa sola, ma uno, un unico, un unico soggetto nuovo".

"È questa la gioia della Veglia pasquale. La risurrezione non è passata, la risurrezione ci ha raggiunti ed afferrati. Ad essa, cioè al Signore risorto, ci aggrappiamo e sappiamo che Lui ci tiene saldamente anche quando le nostre mani si indeboliscono. Ci aggrappiamo alla sua mano, e così teniamo le mani anche gli uni degli altri, diventiamo un unico soggetto, non soltanto una cosa sola. Io, ma non più io: è questa la formula dell'esistenza cristiana fondata nel Battesimo, la formula della risurrezione dentro al tempo. Io, ma non più io: se viviamo in questo modo, trasformiamo il mondo. È la formula di contrasto con tutte le ideologie della violenza e il programma che s'oppone alla corruzione ed all'aspirazione al potere e al possesso".

Ed in quell'"Io, ma non più io", Benedetto XVI ha spiegato l'eternità. "Noi vivremo mediante la comunione esistenziale con Lui, mediante l'essere inseriti in Lui che è la vita stessa. La vita eterna, l'immortalità beata non l'abbiamo da noi stessi e non l'abbiamo in noi stessi, ma invece mediante una relazione – mediante la comunione esistenziale con Colui che è la Verità e l'Amore e quindi è eterno, è Dio stesso. La semplice indistruttibilità dell'anima da sola non potrebbe dare un senso a una vita eterna, non potrebbe renderla una vita vera. La vita ci viene dall'essere amati da Colui che è la Vita; ci viene dal vivere-con e dall'amare-con Lui. Io, ma non più io: è questa la via della croce, la via che "incrocia" un'esistenza rinchiusa solamente nell'io, aprendo proprio così la strada alla gioia vera e duratura". (FP)

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