13/10/2022, 14.57
VATICANO
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Papa: le guerre dimenticate sono un peccato

Francesco ha ricevuto in udienza il Pime per i 150 anni di “Mondo e Missione”, la rivista dell’istituto dalla cui esperienza è nata anche "AsiaNews": “Date voce alla speranza che l’incontro con Cristo semina nella vita delle persone e dei popoli”. "Benedico i vostri lettori e i sostenitori".

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Le guerre dimenticate sono un peccato”, conflitti che durano da anni non possono essere “dimenticati così”. Lo ha detto oggi papa Francesco ricevendo in udienza nella Sala Clementina in Vaticano, il Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime), in occasione dei 150 anni di Mondo e Missione, la rivista dell’istituto dalla cui esperienza è nata anche AsiaNews. Anche la nostra redazione era dunque presente all’incontro e abbiamo consegnato al Papa una fotografia di padre Leone Nani, missionario del Pime e fotografo nella Cina di inizio Novecento.

“Oggi - ha detto Francesco - tutti siamo preoccupati, ed è buono che sia così, di una guerra qui in Europa. Ma da anni ci sono guerre: più di dieci anni in Siria, pensate allo Yemen, pensate al Myanmar, pensate in Africa. Queste non entrano perché non sono dall’Europa colta…”.

Ricordando le origini di Mondo e Missione - nata nel 1872 a Milano seguendo il modello di Les Missions Catholiques, che l’Opera della Propagazione della Fede aveva cominciato a pubblicare quattro anni prima, a Lione – il pontefice ha detto che “colpisce l’attualità, la modernità, l’orizzonte di quella iniziativa, che fin dall’inizio esprime e promuove una Chiesa ‘in uscita’. Sì, quando si è in uscita si rimane giovani. Se tu stai seduto lì, senza andare, invecchi presto”.

“Questi pionieri di 150 anni fa - ha proseguito - capivano l’importanza di far conoscere i Paesi a cui erano destinati e il modo in cui, in quelle terre lontane, avveniva l’incontro tra il Vangelo e le comunità locali. Fin dall’inizio, dunque, la rivista fu portatrice di uno sguardo ampio, aperto alle ricchezze di ogni popolo e di ogni Chiesa locale”.

Il papa ha indicato le “periferie geografiche ed esistenziali” come luoghi dove esse “voce dei senza voce”. In un mondo dove la comunicazione apparentemente ha accorciato le distanze – ha commentato - le periferie continuano però a rimanere relegate ai margini. Le distanze si sono accorciate, è vero, ma le “dogane” ideologiche si sono moltiplicate. E allora la sfida diventa ancora oggi andare proprio lì per far conoscere la bellezza e la ricchezza delle differenze, ma anche le tante storture e ingiustizie di società sempre più interconnesse e allo stesso tempo segnate da pesanti diseguaglianze”.

A Mondo e Missione ed AsiaNews papa Francesco ha indicato anche un altro compito: “aiutare a riconoscere che la missione è al centro. Ricordare alle comunità cristiane che se guardano solo a sé stesse, perdendo il coraggio di uscire e portare a tutti la parola di Gesù, finiscono per spegnersi. Mostrare come il Vangelo, incontrando popoli e culture diverse, ci viene riconsegnato ogni giorno nella sua novità e freschezza”.

Di qui l’invito: “Date voce alla speranza che l’incontro con Cristo semina nella vita delle persone e dei popoli. Per dire a tutti che un mondo migliore è possibile, quando seguendo Gesù impariamo a tendere la mano ad ogni fratello e sorella”. “Vi benedico di cuore – ha concluso - e benedico anche i vostri lettori e i sostenitori. E vi chiedo per favore di pregare per me”.

 

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