29/04/2020, 10.15
VATICANO
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Papa: tanti i cristiani perseguitati e i martiri di oggi sono più di quelli dei primi secoli

“Se il mondo vive in funzione del denaro, chiunque dimostri che la vita può compiersi nel dono e nella rinuncia diventa un fastidio per il sistema dell’avidità”. “Il dramma della persecuzione è anche il luogo della liberazione dalla sudditanza al successo, alla vanagloria e ai compromessi del mondo. Di cosa si rallegra chi è rifiutato dal mondo per causa di Cristo? Di aver trovato qualcosa che vale più del mondo intero”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “In questo momento, ci sono molti cristiani che patiscono persecuzioni in varie zone del mondo” e “i martiri di oggi sono più dei martiri dei primi secoli”. E’ tornato a ricordarlo papa Francesco nel discorso per l’udienza generale di oggi, dedicato alla ottava Beatitudine: «Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,10).

Nel corso dell’incontro, anche oggi svoltosi nella Biblioteca privata, salutando i fedeli di lingua francese, Francesco ha affidato “alla misericordia di Dio le persone colpite dalla disoccupazione a causa dell’attuale pandemia”.

Le Beatitudini, ha sottolineato il Papa, sono “un percorso unitario”. “La povertà in spirito, il pianto, la mitezza, la sete di santità, la misericordia, la purificazione del cuore e le opere di pace possono condurre alla persecuzione a causa di Cristo, ma questa persecuzione alla fine è causa di gioia e di grande ricompensa nei cieli. Il sentiero delle Beatitudini è un cammino pasquale che conduce da una vita secondo il mondo a quella secondo Dio, da un’esistenza guidata dalla carne – cioè dall’egoismo – a quella guidata dallo Spirito. Il mondo, con i suoi idoli, i suoi compromessi e le sue priorità, non può approvare questo tipo di esistenza. Le ‘strutture di peccato’, spesso prodotte dalla mentalità umana, così estranee come sono allo Spirito di verità che il mondo non può ricevere (cfr Gv 14,17), non possono che rifiutare la povertà o la mitezza o la purezza e dichiarare la vita secondo il Vangelo come un errore e un problema, quindi come qualcosa da emarginare. Così pensa il mondo: questi sono idealistici, fanatici”. “Se il mondo vive in funzione del denaro, chiunque dimostri che la vita può compiersi nel dono e nella rinuncia diventa un fastidio per il sistema dell’avidità”.

“Quando appare la santità ed emerge la vita dei figli di Dio, in quella bellezza c’è qualcosa di scomodo che chiama ad una presa di posizione: o lasciarsi mettere in discussione e aprirsi al bene o rifiutare quella luce e indurire il cuore, anche fino all’opposizione e all’accanimento (cfr Sap 2,14-15). E’ curioso vedere come nelle persecuzioni cresce la persecuzione fino all’accanimento. Si vede nelle dittature del secolo scorso”.

“Ma questo mostra che il dramma della persecuzione è anche il luogo della liberazione dalla sudditanza al successo, alla vanagloria e ai compromessi del mondo. Di cosa si rallegra chi è rifiutato dal mondo per causa di Cristo? Di aver trovato qualcosa che vale più del mondo intero. Infatti «quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?» (Mc 8,36). È doloroso ricordare che, in questo momento, ci sono molti cristiani che patiscono persecuzioni in varie zone del mondo, e dobbiamo sperare e pregare che quanto prima la loro tribolazione sia fermata. Sono tanti. I martiri di oggi sono più dei martiri dei primi secoli. Esprimiamo a questi fratelli e sorelle la nostra vicinanza: siamo un unico corpo, e questi cristiani sono le membra sanguinanti del corpo di Cristo che è la Chiesa. Ma dobbiamo stare attenti anche a non leggere questa beatitudine in chiave vittimistica, auto-commiserativa. Infatti, non sempre il disprezzo degli uomini è sinonimo di persecuzione: proprio poco dopo Gesù dice che i cristiani sono il «sale della terra», e mette in guardia dal pericolo di ‘perdere il sapore’, altrimenti il sale «a null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente» (Mt 5,13). Dunque, c’è anche un disprezzo che è colpa nostra, quando perdiamo il sapore di Cristo e del Vangelo”.

“L’esclusione e la persecuzione, se Dio ce ne accorda la grazia, ci fanno somigliare a Cristo crocifisso e, associandoci alla sua passione, sono la manifestazione della vita nuova. Questa vita è la stessa di Cristo, che per noi uomini e per la nostra salvezza fu ‘disprezzato e reietto dagli uomini’ (cfr Is 53,3; At 8,30-35). Accogliere il suo Spirito ci può portare ad avere tanto amore nel cuore da offrire la vita per il mondo senza fare compromessi con i suoi inganni e accettandone il rifiuto. I compromessi con il mondo sono il pericolo. Questa di rifiutare i compromessi  è la vita del Regno dei cieli, la più grande gioia, la vera letizia”. E “sempre nelle persecuzioni c’è la presenza di Gesù che ci consola, c’è la presenza dello Spirito che ci sostiene”.

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