03/06/2006, 00.00
vaticano
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Papa: vita, libertà e unità, doni dello Spirito e parole d'ordine dei movimenti

Una folla festante di 400mila persone all'incontro con Benedetto XVI. Il Papa invita alla missione e raccomanda la difesa della vita e anche della creazione.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Vita e libertà vere e unità, che comportano missionarietà, difesa dei deboli, della giustizia e della natura: sono i doni dello Spirito e ciò che da essi consegue: Benedetto XVI li evoca e in certo modo li propone ai movimenti e alle nuove comunità ecclesiali. Vespri della vigilia di Pentecoste per forse 400mila aderenti ai movimenti ecclesiali di tutto il mondo, in piazza San Pietro: salmi, canti e meditazioni, ma anche gioia, grida e braccia levate al cielo, fazzoletti, cappelli e bandiere che si agitano. Benedetto XVI, che ha voluto questo secondo incontro mondiale, dopo quello "di fondazione" del 30 maggio 1998, con Giovanni Paolo II, percorre sulla camionetta scoperta non solo Piazza San Pietro, ma anche via della Conciliazione, ricolme in ogni dove di giovani, famiglie e bambini. Pochi se ne accorgono, ma accanto a lui, per la prima volta, non c'è Camillo Cibin, mitico capo della Vigilanza vaticana, il "commendatore", l'uomo coi capelli bianchi l'immagine del quale è stata usuale al fianco di quattro papi, andato in pensione oggi, a 80 anni.

Veglia di Pentecoste, lo Spirito Santo e la sua azione sono al centro delle riflessioni che i rapresentanti del Movimento dei focolari, di Sant'Egidio, dei Neocatecumenali e di Comunione e liberazione pronunciano, intervallati ai salmi, prima dell'intervento del Papa. Tutti ricordano anche Giovanni Paolo II. Lo farà anche Benedetto XVI, ripetendo anche quell'invito ad "aprire le porte a Cristo", con le quali iniziò il suo lungo ponitificato.

Ma "Chi o che cosa è lo Spirito Santo? Come possiamo riconoscerlo? In che modo noi andiamo a Lui ed Egli viene a noi? Che cosa opera?", chiede Benedetto XVI, che su questi temi svolge la sua meditazione.

Ecco, allora, lo Spirito creatore: "Il mondo non esiste da sé; proviene dallo Spirito creativo di Dio, dalla Parola creativa di Dio. E per questo rispecchia anche la sapienza di Dio". E per questo "non possiamo usare ed abusare del mondo e della materia come di semplice materiale del nostro fare e volere; che dobbiamo considerare la creazione come un dono affidatoci non per la distruzione, ma perché diventi il giardino di Dio e così un giardino dell'uomo. Di fronte alle molteplici forme di abuso della terra che oggi vediamo, udiamo quasi il gemito della creazione di cui parla san Paolo". Una "prima risposta" alla domanda che cosa sia lo Spirito Santo, che cosa operi e come possiamo riconoscerlo, allora è che "Egli ci viene incontro attraverso la creazione. Tuttavia, la creazione buona di Dio, nel corso della storia degli uomini, è stata ricoperta con uno strato massiccio di sporco che rende, se non impossibile, comunque difficile riconoscere in essa il riflesso del Creatore – anche se di fronte a un tramonto al mare, durante un'escursione in montagna o davanti ad un fiore sbocciato si risveglia in noi sempre di nuovo, quasi spontaneamente, la consapevolezza dell'esistenza del Creatore".

Nella Pentecoste, poi, "Gesù, e mediante Lui Dio stesso, viene a noi e ci attira dentro di sé. 'Egli manda lo Spirito Santo' – così si esprime la Scrittura. Quale ne è l'effetto?". Benedetto XVI  rileva due aspetti: "lo Spirito Santo, attraverso il quale Dio viene a noi, ci porta vita e libertà". Già nella parabola del Figliol prodigo, dice il Papa, ci sono i temi della vita e della libertà. Il figliol prodigo "vuole la vita, e per questo vuol essere totalmente libero. Essere libero significa, in questa visione, poter fare tutto quello che si vuole; non dover accettare alcun criterio al di fuori e al di sopra di me stesso. Seguire soltanto il mio desiderio e la mia volontà. Chi vive così, ben presto si scontrerà con l'altro che vuole vivere nella stessa maniera. La conseguenza necessaria di questo concetto egoistico di libertà è la violenza, la distruzione vicendevole della libertà e della vita".  "Quando della vita ci si vuole soltanto impadronire, essa si rende sempre più vuota, più povera; facilmente si finisce per rifugiarsi nella droga, nella grande illusione. Ed emerge il dubbio se vivere, in fin dei conti, sia veramente un bene. No, in questo modo noi non troviamo la vita". "La vita la si trova soltanto donandola; non la si trova volendo impossessarsene. È questo che dobbiamo imparare da Cristo; e questo ci insegna lo Spirito Santo, che è puro dono, che è il donarsi di Dio. Più uno dà la sua vita per gli altri, per il bene stesso, più abbondantemente scorre il fiume della vita".

"In questo mondo, così pieno di libertà fittizie che distruggono l'ambiente e l'uomo, vogliamo, con la forza dello Spirito Santo, imparare insieme la libertà vera; costruire scuole di libertà; dimostrare agli altri con la vita che siamo liberi e quanto è bello essere veramente liberi nella vera libertà dei figli di Dio". E "vale sempre il principio: libertà e responsabilità vanno insieme. La vera libertà si dimostra nella responsabilità, in un modo di agire che assume su di sé la corresponsabilità per il mondo, per se stessi e per gli altri". "Libero è il figlio, cui appartiene la cosa e che perciò non permette che sia distrutta. Tutte le responsabilità mondane, delle quali abbiamo parlato, sono però responsabilità parziali, per un ambito determinato, uno Stato determinato, ecc. Lo Spirito Santo invece ci rende figli e figlie di Dio. Egli ci coinvolge nella stessa responsabilità di Dio per il suo mondo, per l'umanità intera. Ci insegna a guardare il mondo, l'altro e noi stessi con gli occhi di Dio. Noi facciamo il bene non come schiavi che non sono liberi di fare diversamente, ma lo facciamo perché portiamo personalmente la responsabilità per l'intero; perché amiamo la verità e il bene, perché amiamo Dio stesso e quindi anche le sue creature. È questa la libertà vera, alla quale lo Spirito Santo vuole condurci. I Movimenti ecclesiali vogliono e devono essere scuole di libertà, di questa libertà vera".

"Lo Spirito Santo, dando vita e libertà, dona anche unità. Sono tre doni, questi, inseparabili tra di loro". "Nella Lettera agli Efesini san Paolo ci dice che questo Corpo di Cristo, che è la Chiesa, ha delle giunture (cfr 4,16), e le nomina anche: sono apostoli, profeti, evangelisti, pastori e maestri (cfr 4, 12). Lo Spirito nei suoi doni è multiforme – lo vediamo. Se guardiamo la storia, se guardiamo questa assemblea qui in Piazza san Pietro – allora ci accorgiamo come Egli susciti sempre nuovi doni; vediamo quanto diversi siano gli organi che Egli crea, e come, sempre di nuovo, Egli operi corporalmente. Ma in Lui molteplicità e unità vanno insieme. Egli soffia dove vuole. Lo fa in modo inaspettato, in luoghi inaspettati e in forme prima non immaginate. E con quale multiformità e corporeità lo fa! Ed è anche proprio qui che la multiformità e l'unità sono inseparabili tra di loro. Egli vuole la vostra multiformità, e vi vuole per l'unico corpo, nell'unione con gli ordini durevoli – le giunture – della Chiesa, con i successori degli apostoli e con il successore di san Pietro. Non ci toglie la fatica di imparare il modo di rapportarci vicendevolmente; ma ci dimostra anche che Egli opera in vista dell'unico corpo e nell'unità dell'unico corpo. È proprio solo così che l'unità ottiene la sua forza e la sua bellezza. Prendete parte all'edificazione dell'unico corpo! I pastori staranno attenti a non spegnere lo Spirito (cfr 1 Ts 5, 19) e voi non cesserete di portare i vostri doni alla comunità intera. Ancora una volta: lo Spirito Santo soffia dove vuole. Ma la sua volontà è l'unità. Egli ci conduce verso Cristo; nel suo Corpo".

"Lo Spirito Santo vuole l'unità, vuole la totalità. Perciò la sua presenza si dimostra soprattutto anche nello slancio missionario. Chi ha incontrato qualcosa di vero, di bello e di buono nella propria vita – l'unico vero tesoro, la perla preziosa! -, corre a condividerlo ovunque, in famiglia e nel lavoro, in tutti gli ambiti della propria esistenza. Lo fa senza alcun timore, perché sa di aver ricevuto l'adozione a figlio; senza nessuna presunzione, perché tutto è dono; senza scoraggiamento, perché lo Spirito di Dio precede la sua azione nel "cuore" degli uomini e come seme nelle più diverse culture e religioni. Lo fa senza confini, perché è portatore di una buona notizia che è per tutti gli uomini, per tutti i popoli". (FP)

Foto: CPP

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