Parsi: "Il processo a Saddam, dimostrazione di un Iraq libero e indipendente"
Milano (AsiaNews) "Il processo all'ex rais dimostra che c'è un governo legittimo in Iraq. La pena di morte per Saddam? Di principio sono contrario alla pena capitale. Ma quale rieducazione può esserci per l'ex dittatore iracheno?". Vittorio Emanuele Parsi, docente di relazioni internazionali all'Università cattolica di Milano, commenta in questa intervista ad AsiaNews l'inizio del processo all'ex dittatore iracheno e altri 11 alti gerarchi del suo regime.
Il processo a Saddam Hussein non rischia di far dimenticare i problemi reali della popolazione irachena?
Questo rischio esiste. Ma è inevitabile che Saddam venga processato dagli iracheni. Se ciò non avvenisse, si avvallerebbe l'idea che in Iraq non c'è un potere legittimo. Questo processo conferma che in Iraq c'è un governo nazionale: Saddam verrà giudicato secondo le vigenti leggi irachene.
Si è prospettata la possibilità della pena capitale per l'ex rais iracheno
Noi siamo di principio contro la pena di morte. Ma in tutti i regimi arabi - compreso quello iracheno oggi in funzione - esiste la pena capitale. Non è concettualmente possibile dire al governo iracheno: "Potete giudicare Saddam, ma con certe restrizioni". Del resto, Saddam è stato catturato dagli americani, e in America vige la pena di morte: per gli Usa il problema nemmeno si poneva. Non mi fa piacere pensare che Saddam verrà impiccato, ma nemmeno riesco a dolermene.
La consegna di Saddam a un tribunale iracheno è avvenuta subito dopo il passaggio dei poteri. Un segnale ulteriore del nuovo corso apertosi in Iraq?
Con il passaggio di consegne, è nato un governo legittimo iracheno. E questo impedisce qualsiasi tipo di tribunale internazionale. Inoltre, in Iraq c'è stato un vero cambio di regime politico, qualcosa di simile alla fine del fascismo in Italia.
Saddam è il primo capo di stato mediorientale processato nel suo Paese. Questa "prima" può avere conseguenze per i governi dispotici dell'area?
Non sopravvaluterei l'influenza di questo processo fuori dall'Iraq. Però questo evento può far capire ai tiranni mediorientali che nessuno può sfuggire alla giustizia. In questi Paesi ci sono elite totalmente irresponsabili nei confronti dell'opinione pubblica e in completo isolamento rispetto ai popoli che governano. La pena di morte che Saddam rischia è la fine possibile per quei dittatori che uccidono a migliaia i loro concittadini. (LF)