10/09/2011, 00.00
PAKISTAN
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Paul Bhatti: musulmani e minoranze, vittime innocenti dell’estremismo pakistano

di Jibran Khan
Il consigliere speciale del premier spiega il lavoro della Fondazione Shahbaz Bhatti, una “piattaforma che assicura riparo, assistenza e protezione”. Il suo impegno politico non è “un’opzione”, ma una scelta per onorare la memoria del fratello assassinato dai fondamentalisti. Nessun commento, ma parole di ringraziamento per gli inquirenti che indagano sull’omicidio.
Islamabad (AsiaNews) – In Pakistan nessuno può definirsi al sicuro perché le violenze colpiscono tutti i cittadini, musulmani o appartenenti alle minoranze religiose. Per questo la Fondazione Shahbaz Bhatti – che ha da poco ricevuto il riconoscimento ufficiale – intende rappresentare una “piattaforma che assicura riparo, assistenza e protezione” per tutte le vittime delle violenze. È quanto afferma ad AsiaNews Paul Bhatti, fratello del ministro cattolico per le Minoranze, assassinato il 2 marzo scorso da un commando estremista islamico per la sua lotta contro le leggi sulla blasfemia. E sulle indagini relative all’omicidio chiede di “attendere gli esiti finali” del lavoro degli inquirenti, che ringrazia “per il loro impegno” alla ricerca della verità.

Paul Bhatti, attuale consigliere speciale del premier per le Minoranze, precisa subito che l’impegno politico per il Pakistan, nazione in cui è tornato dopo molti anni trascorsi in Italia, “non è stata un’opzione”, ma una scelta da compiere guardando all’esempio del martire Shahbaz. “La sua morte ha costituito una grande perdita non solo per il sottoscritto – sottolinea ad AsiaNews – ma per tutta la nazione”. La fede cristiana e l’impegno politico, aggiunge, lo hanno spinto ad accettare l’incarico, perché “se uno dei miei fratelli o sorelle è in difficoltà, come posso sedermi e guardare?”.

In merito alla neonata Fondazione Shahbaz Bhatti (cfr. AsiaNews 17/08/11 Fondazione Shahbaz Bhatti: uguaglianza e giustizia per le minoranze pakistane), il consigliere speciale del premier spiega che è “una piattaforma apartitica” con lo scopo di continuare la lotta del ministro cattolico per le minoranze, per promuovere i valori dell’umanità e l’armonia fra religioni. Egli conferma che “al momento nessuno può ritenersi al sicuro” in Pakistan, dove attacchi di estremisti uccidono decine di persone, omicidi mirati continuano a colpire obiettivi politici, attivisti, leader religiosi. La Fondazione Bhatti contribuisce alla lotta contro le violenze, attivando una piattaforma che offre assistenza e protezione alle vittime per 24 ore su 24, 7 giorni alla settimana. Gli esperti della fondazione offrono anche tutela legale e consulenze giuridiche.

Tra le misure volte a tutelare le minoranze al vaglio del legislatore vi è anche il Protection Bill, che garantisce in particolare a indù, sikh e parsi il riconoscimento giuridico del matrimonio. Dall’altro lato vi sono poi gli aiuti umanitari a indù e sikh in caso di calamità naturali, dai quali finora sono stati esclusi. Il governo federale pakistano ha impresso una stretta su Ong straniere e gruppi che intendono portare sollievo alla popolazione. Ironia della sorte, questa censura ha lasciato il campo libero agli estremisti islamici pakistani – alcuni dei quali messi al bando – che possono operare in piena libertà e relegare ai margini le minoranze.

P. Anwar Ejaz, della diocesi di Multan, sottolinea che “negare aiuti umanitari alle minoranze religiose è inaccettabile” ed è compito del governo “reagire immediatamente e mettere fine alle discriminazioni”.
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