07/11/2016, 08.58
HONG KONG – CINA
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Pechino esclude da Hong Kong i giovani parlamentari localisti. Scontri in Central

di Paul Wang

Per i democratici il decreto di Pechino svuota il sistema giudiziario del territorio. Almeno 11mila manifestanti si sono scontrati con la polizia. Il governatore Leung Chun-ying preme per varare una legge sulla sicurezza, rifiutata già molte volte dalla popolazione.

 

Hong Kong (AsiaNews) – Pechino ha decretato che vengano esclusi dal parlamento di Hong Kong due giovani localisti che si erano rifiutati di giurare alleanza con la Cina. A causa di ciò ieri sera fino alle prime ore del mattino migliaia di giovani hanno manifestato davanti all’Alta corte di Hong Kong, scontrandosi con la polizia.

Il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo – massima autorità legislativa in Cina – ha stabilito una precisa interpretazione della Basic Law (la costituzione di Hong Kong) affermando che chiunque non si sottomette al giuramento stabilito, non può prendere posto nel parlamento di Hong Kong (Legco).

I due giovani localisti, Sixtus Baggio Leung e Yau Wai-ching si erano rifiutati di giurare alleanza con la Cina. Il presidente del Legco aveva dapprima domandato loro di rifare il giuramento, ma poi il governo ha rimandato la questione all’Alta corte di Hong Kong per verificare i termini di un loro allontanamento definitivo dal Legco.

Pechino è intervenuta prima che l’Alta corte si pronunciasse. Secondo il gruppo democratico, che solidarizza con i due giovani parlamentari, la Basic Law dice già che un parlamentare può essere escluso dalla legislazione solo dal voto di due terzi del Legco. Secondo Martin Lee, democratico, estensore della Basic Law, il decreto di Pechino “toglie dalle mani della corte il diritto di affrontare simili casi nel futuro”, indebolendo “l’alto grado di autonomia” del territorio sempre promessa dalla Cina. Ma altri legislatori pro-Pechino apprezzano l’intervento come “necessario e al momento giusto”, rendendo stabile Hong Kong e meno preoccupante per la sua economia.

Appena si è diffusa la notizia dell’intervento di Pechino migliaia di persone sono scese nelle strade del centro per protestare. Molti di loro avevano partecipato alle dimostrazioni di Occupy central nel 2014, per chiedere piena democrazia al territorio (negate da Pechino con un intervento dall’alto).

Almeno 11mila dimostranti hanno fronteggiato la polizia in tenuta anti-sommossa, che ha usato spray urticanti e cariche contro la folla che si difendeva con gli ombrelli.

Fra la folla vi erano anche Sixtus Baggio Leung e Yau Wai-ching. Secondo loro Pechino doveva lasciare alla corte di Hong Kong decidere il da farsi.

Nel timore che in futuro vi siano nuove e lunghe manifestazioni o sit-in come quello di Occupy Central durato oltre due mesi, Leung Chun-ying, governatore di Hong Kong ha minacciato di far approvare subito una legge sulla sicurezza, il famigerato articolo 23, che in passato è stato rifiutato dalla popolazione di Hong Kong con massicce manifestazioni e dallo stesso Legco, grazie alla numerosa presenza di parlamentari democratici non asserviti a Pechino.

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