16/11/2016, 16.10
CINA
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Pena di morte per Jia Jinglong: ha ucciso il segretario del partito che gli aveva demolito la casa

di Wang Zhicheng

La sentenza è stata eseguita ieri. Jia ha chiesto per due anni il risarcimento senza ricevere alcuna risposta. La demolizione è avvenuta sotto minacce. Esperti di diritto dell’università di Pechino: la corte è sempre più clemente quando ad essere condannati sono i membri del Partito. Il caso di Gu Kailai, la moglie di Bo Xilai, salvata dalla condanna a morte, pur avendo ucciso.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – È stata eseguita ieri mattina la condanna a morte di un cinese dell’Hebei colpevole di aver ucciso il capo del suo villaggio che aveva dato l’ordine di demolizione della sua casa. Sui social si dibatte sui due pesi e due misure che i tribunali cinesi hanno verso i loro cittadini.

Jia Jinglong, 30 anni, nel maggio 2013 stava per sposarsi. Quindici giorni prima del matrimonio, il suo capo villaggio, d’accordo con una ditta edilizia, ha fatto demolire la casa di Jia; un gruppo di teppisti, assoldati dalla ditta, ha picchiato e ferito Jia e suo fratello che cercavano di fermare le ruspe.

Di per sé, la firma per la demolizione è stata messa dal padre di Jia, il quale ha però dichiarato che era stato costretto a firmare sotto la minaccia del capovillaggio: se si rifiutava, lui non avrebbe appoggiato la domanda di pensione per la nonna di Jia.

Dopo due anni dall’accaduto e con la vita spezzata (la ragazza di Jia non ha voluto più sposarlo), l’uomo si è vendicato e con una pistola sparachiodi ha ucciso il capo-villaggio e segretario locale del Partito.

Un tribunale dell’Hebei lo ha condannato a morte nel maggio 2015 e in appello lo scorso novembre. Ieri mattina i suoi familiari hanno potuto incontrare il giovane prima che gli facessero l’iniezione letale.

Casi di demolizione forzata in nome dello sviluppo edilizio sono molto comuni in Cina. Come pure i i nulli o miseri risarcimenti che si ottengono, troppo bassi per potere acquistare una nuova casa.

Questo caso in particolare ha richiamato l’attenzione di diversi avvocati e studiosi del diritto che hanno scritto una lettera aperta al giudice della Corte suprema Zhou Qiang. Fra gli esperti vi sono Zhang Qianfan e He Weifang dell’università di Pechino.

Essi fanno notare che Jia è stato vittima di illegale demolizione forzata e che è stato soggetto a intimidazioni illegali. Ma soprattutto si discute sulla pena di morte inflitta su Jia, quando in passato, per casi molto più gravi, la corte è stata più clemente, forse perché si trattava di membri corrotti del governo.

Fra gli avvocati si fa il nome di Gu Kailai, la moglie di Bo Xilai, leader di Chongqing, che nel 2011 ha ucciso un businessman britannico, Niel Heywood, e ha avuto la pena di morte sospesa.

Il portavoce della Corte suprema, che ha approvato l’esecuzione, ha affermato che il crimine di Jia era premeditato e che vi era presente “forte malizia”. Egli non ha citato il fatto che Jia Jinglong ha chiesto per due anni il risarcimento o la ricompensa per la sua casa demolita, senza mai ricevere risposta.

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