01/03/2023, 11.06
AFGHANISTAN
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Per i talebani i migranti sono 'martiri', ma scappano dalla peggiore crisi umanitaria

Secondo le dichiarazioni delle Nazioni Unite di ieri i bisogni umanitari dell'Afghanistan superano quelli di Siria e Turchia dopo i terremoti. I talebani invitano a non utilizzare i canali di migrazione illegali, ma sono 28 milioni (su una popolazione di 42 milioni) le persone che necessitano assistenza.

Kabul (AsiaNews/Agenzie) - "Con grande tristezza abbiamo appreso che 80 rifugiati afghani, tra cui donne e bambini, che stavano viaggiando dalla Turchia verso l'Italia su una barca di legno, sono annegati nel mare del sud Italia", ha affermato il ministero talebano degli Esteri dopo che il mancato soccorso a un gruppo di migranti partiti da Smirne ha causato decine di morti recuperati nei pressi di Crotone. "L'Emirato islamico dell'Afghanistan prega per il perdono dei martiri e per la sofferenza delle famiglie e dei parenti delle vittime, esortando ancora una volta tutti i cittadini a non recarsi all'estero attraverso l'immigrazione irregolare", ha aggiunto.

Su quale sia il "martirio" di cui parlano i talebani facendo riferimento a chi fugge dal Paese che da un anno e mezzo ormai governano, ci sarebbero tante domande da porsi. Dopo il ritiro Usa dall'Afghanistan nel 2021 e la riconquista del Paese, le condizioni di vita della popolazione sono drammaticamente peggiorate. Secondo quanto dichiarato ieri in conferenza stampa da Ramiz Alakbarov, vice rappresentante speciale delle Nazioni Unite e coordinatore umanitario per l'Afghanistan, circa 700mila persone hanno perso il lavoro negli ultimi 18 mesi. Nello stesso periodo il prodotto interno lordo (Pil) è diminuito del 35%, mentre i costi dei beni alimentari sono aumentati del 30%. Sono almeno 28 milioni (, tra cui oltre 15 milioni di bambini su una popolazione di meno di 42 milioni) le persone che dipendono dagli aiuti umanitari e “l'Afghanistan rimane la più grande crisi umanitaria del mondo nel 2023, nonostante, ovviamente, i recenti devastanti terremoti in Turchia e Siria", ha affermato Alakbarov, aggiungendo che il 75% del reddito delle famiglie afghane viene speso per il cibo. 

Le agenzie Onu hanno dichiarato di avere bisogno di almeno 4,6 miliardi di dollari per far fronte alla situazione umanitaria. Si stima inoltre che nel 2023 serviranno almeno 18,3 milioni di dollari per lo sminamento e lo smaltimento degli ordigni esplosivi: dopo decenni di conflitti, l’Afghanistan è infatti uno dei Paesi con il più alto tasso di contaminazione da ordigni esplosivi al mondo, e si calcola che circa il 15% della popolazione abbia qualche forma di disabilità a causa delle mine, della povertà e della mancanza di accesso ai servizi di base.

Riguardo le restrizioni nei confronti delle donne, non ci sono stati “sviluppi incoraggianti” sul piano dell’istruzione, ha continuato Alakbarov, aggiungendo che i talebani hanno fatto qualche eccezione alla partecipazione delle donne in alcuni settori, come quello sanitario. Negli ultimi quattro mesi le autorità talebane hanno inoltre interferito nella distribuzione di aiuti alla popolazione: "La maggior parte dei problemi di accesso, e ciò che sta portando alla sospensione temporanea dei programmi umanitari negli ultimi tempi, è legata alle direttive contro le donne afghane che lavorano per le ong nazionali e internazionali", ha spiegato il vice rappresentate speciale. "Non è legato a questioni di sicurezza e continuiamo a godere di un buon accesso fisico in tutto il Paese", ha aggiunto.

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