21/02/2022, 12.01
HONG KONG-FILIPPINE
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Politica "zero Covid" a Hong Kong, le lavoratrici filippine pagano il prezzo

di Stefano Vecchia

Le drastiche misure di contenimento della nuova ondata della pandemia stanno creando gravi problemi agli stranieri che lavorano nelle case come collaboratrici domestiche, cuoche o babysitter. Le loro rappresentanti denunciano licenziamenti, persone costrette a dormire all'aperto se positive e accesso negato a cure ospedaliere.

Hong Kong (AsiaNews) - Continuano a crescere i contagi da Covid-19 a Hong Kong: oltre 7.500 i nuovi casi di oggi, in crescita esponenziale da inizio mese contro i 12mila casi complessivi registrati in precedenza. I drastici provvedimenti di contenimento adottati dalle autorità locali stanno avendo inevitabili ripercussioni anche per i circa 370mila stranieri - in maggioranza donne di nazionalità filippina o indonesiana - che nell’ex colonia britannica svolgono un’opera indispensabile di sostegno alle necessità familiari come collaboratrici domestiche, cuoche o babysitter. Persone che la legge costringe a vivere con i datori di lavoro, con una serie di restrizioni per l’uso del tempo libero e il cambio di impiego. In accordo con la politica “zero Covid” applicata in Cina, anche la polizia oggi agisce in modo severo contro i migranti, imponendo pesanti sanzioni per il mancato rispetto delle regole sul distanziamento nei loro ritrovi abituali.

Venerdì 18 febbraio la coalizione che raduna le rappresentanze dei lavoratori immigrati ha evidenziato una situazione che va facendosi sempre più difficile, con alcuni licenziati o costretti a dormire all’aperto se positivi e altri impossibilitati ad accedere alle cure ospedaliere perché rimasti senza un impiego. “Per restare in casa dobbiamo lavorare - ha sottolineato nell’incontro la filippina Dolores Balladares Pallaez dell'Asian Migrants Coordinating Body -. Per questo occorrono compassione e sostegno dal governo e dalla società”. La situazione, sicuramente difficile e da più parti denunciata, non è chiara e risente delle opportunità, anche politiche, del momento.

Ieri il Dipartimento per il Lavoro e l’Impiego filippino ha negato che vi siano prove delle voci arrivate da Hong Kong del licenziamento di decine di filippini, chiarendo che si tratterebbe in realtà di persone ricoverate in ospedale, alcuni in isolamento, altri già fuori pericolo: 28 in totale i positivi al Covid-19 su 170mila registrati ufficialmente.

Intervistato dalla rete ABS-CBN, il console generale filippino a Hong Kong ha ribadito che il consolato si attiverà in caso di licenziamenti motivati dalla pandemia perché “contrari alla legge locale”, perseguendo “datori di lavoro senza cuore” che dovessero attuarli. Lo stesso Tejada ha però ammesso che il consolato ha dovuto assistere 10 lavoratori filippini costretti a dormire all’addiaccio dopo avere probabilmente contratto la malattia, provvedendo al loro ricovero.

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