13/09/2016, 11.32
SINGAPORE
Invia ad un amico

Preghiera, carità e servizio: l’opera delle suore di Madre Teresa a Singapore

Sono otto le Missionarie della carità che operano nella città-Stato, prendendosi cura dei poveri ospiti della parrocchia di San Francesco d’Assisi. Cucinare, lavare i panni, dare sostegno spirituale sono alcuni dei servizi che esse rendono alle persone del quartiere. Nel 1976 la prima visita di Madre Teresa nel Paese.

 

Singapore (AsiaNews/CatholicNews) – Le Missionarie della carità di Singapore hanno accolto “con felicità e umiltà” la canonizzazione di Madre Teresa, dichiarata santa da papa Francesco lo scorso 4 settembre a Roma. Lo afferma suor Mary Carmel, superiora delle religiose nella città-Stato, che aggiunge: “Vogliamo imitare il suo esempio di servizio ai poveri e siamo sfidate a farlo con sempre maggiore fedeltà”.

Il legame fra Singapore e Madre Teresa festeggia quest’anno il 40mo anniversario. La santa di Calcutta visitò per la prima volta il Paese nel 1976, e poco tempo dopo le Missionarie della carità costruirono la prima “casa della Madonna” a Paya Lebar, quartiere est dell’isola. Nel 1987 Madre Teresa tornò, e in quell’occasione fu ricevuta dal presidente Wee Kim Wee prima di tenere un discorso davanti a 20mila giovani radunati al Toa Payoh Stadium. Nello stesso anno, le suore aprirono la “casa del dono dell’amore” a Punggol (nord-est) per gli anziani e i nullatenenti. Nel 2012 la casa si è spostata nel quartiere di Boon Lay, a sud-ovest di Singapore.

Suor Mary Carmel racconta la giornata tipo delle religiose nella struttura, situata non lontano dalla parrocchia di San Francesco d’Assisi. La sveglia delle missionarie è puntata alle 4.40 del mattino. Dopo un’ora di preghiera comunitaria, le suore si recano nella parrocchia per la messa. Dopo la celebrazione, esse preparano la colazione per le 32 persone ospitate nei locali della chiesa. Le suore si occupano anche del lavaggio (a mano) degli indumenti dei residenti.

Alcune missionarie iniziano poi a visitare le famiglie che hanno richiesto preghiere o necessitano di consiglio spirituale, molte delle quali non sono cattoliche. Le religiose aiutano la popolazione del quartiere in molti modi: alcune aiutano le famiglie povere in cucina e nelle pulizie; altre fanno servizio di parrucchiere a chi non se lo può permettere. Una volta al mese le missionarie forniscono beni di prima necessità a diverse famiglie cristiane, indù e musulmane.

Suor Carmel spiega che l’opera delle suore coinvolge anche molti volontari (circa 130), che ogni settimana giungono per contribuire in modo caritativo. Essi sono di diverse nazionalità: ci sono singaporiani, coreani, giapponesi, indiani e tedeschi. La zona è abitata da moltissimi migranti economici.

Nel pomeriggio le suore riposano per un’ora prima di dedicarsi alle preghiere comunitarie. Dopo aver preparato la cena ed essersi prese cura dei residenti più bisognosi, la giornata si conclude con una preghiera e del tempo passato assieme. “A volta rammendiamo i vestiti – afferma suor Carmel – ma di solito ci riposiamo e chiacchieriamo fra di noi”.

La “casa del dono dell’amore” contiene una reliquia del sangue di Madre Teresa. La superiora afferma che al momento ci sono otto missionarie operanti a Singapore (tre delle quali sono del posto), mentre nove suore singaporiane sono impegnate nel servizio all’estero, nelle Filippine e a Hong Kong. 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Bhubaneswar, le Missionarie della Carità distribuiscono cibo e vestiti ai poveri
09/09/2017 09:24
Sr Nirmala testimone di Cristo fra gli indù del suo paese natale
07/03/2004
Suor Medard a Mumbai: Lo spirito di Madre Teresa vive nel nostro servizio ai poveri
04/09/2017 11:03
Sacerdote indù: Madre Teresa un esempio di amore per tutti noi
25/08/2010
È viva la testimonianza di Madre Teresa tra gli ultimi del mondo
13/07/2010


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”