Putin in Italia, con le domande sul caso Yukos
Roma (AsiaNews) - Il 5 novembre Vladimir Putin giunge in Italia per il vertice tra la Federazione Russa e l'Unione Europea. Egli porta con sé una serie di interrogativi e di critiche per gli ultimi avvenimenti occorsi nella sua patria.
La bufera scatenatasi nel mondo economico russo ha avuto inizio il 25 ottobre scorso, con l'arresto in Siberia del magnate del petrolio Mikhail Khodorkovskij il quale è accusato di molti crimini fra cui la frode e l'evasione fiscale.
L'arresto ha scosso la Borsa di Mosca che ha perso oltre il 10%. Molti investitori temono una diminuzione della libertà nell'uso della proprietà privata. Cospicue anche le perdite subite dalla Yukos, l'impresa petrolifera di Khodorkovskij, che vede anche sospesi i colloqui per la fusione con i colossi americani ExxonMobil e ChevronTexaco.
Il 3 novembre, dalla prigione, Khodorkovskij ha consegnato un documento al suo avvocato in cui dichiara di lasciare la Yukos. La mossa è intesa a salvare la società da possibili rappresaglie politiche contro la sua persona. Egli ha anche dichiarato che, quando uscirà di prigione, si dedicherà a promuovere il lavoro della fondazione "Russia Aperta" (Otkrytaja Rossija). Lo stesso giorno il suo legale, che si trova a Bruxelles per incontrare funzionari e diplomatici dell'Ue , ha accusato il Cremlino di aver agito in totale dispregio della legalità.
Le vere ragioni dell'arresto sembrano risiedere in un movente politico: Khodorkovskij aveva da poco incrementato i finanziamenti ai partiti democratici di opposizione ed accennato alle proprie ambizioni presidenziali; appare inoltre che stesse per essere eletto membro del Consiglio della Federazione per la repubblica settentrionale degli Evenki che gli avrebbe portato l'immunità parlamentare.
A prendere in mano le redini della compagnia petrolifera sarà Simon Kukes, cittadino statunitense di origini russe, il quale ha affermato il 4 novembre che "non si prevede alcun cambiamento nel comportamento della Yukos".
Lo spettacolare arresto di Khodorkovskij ha anche provocato le dimissioni di Aleksandr Voloshin capo dell'Amministrazione del Cremlino, volto noto e stimato dalla comunità internazionale legato all'ex presidente Eltsin. Come suo successore è stato nominato Dimitry Medvedev, personaggio in posizione mediana tra la vecchia guardia di Eltsin ed i nuovi 'siloviki', gli "uomini forti", esponenti degli apparati di sicurezza chiamati da Putin al governo.
Da parte sua Putin ha dichiarato varie volte di essere completamente contrario ad una revisione delle privatizzazioni avvenute negli anni '90; nel contempo ha però difeso la legittimità dell'inchiesta riguardante la Yukos (SF).