21/11/2023, 13.25
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Quando don Giussani incontrò l'Estremo Oriente

di Fernando de Haro *

In una nuova biografia appena pubblicata in Italia il giornalista spagnolo Fernando de Haro ripercorre il viaggio che nel 1987 il fondatore del movimento di Comunione e Liberazione compì in Giappone. Fu in quei giorni, durante la visita a un monastero buddista nei pressi di Osaka, che nacque una profonda amicizia e vicinanza spirituale con il locale maestro dei novizi Habukawa.

È stato presentato oggi a Milano Perché sono un uomo. Scene dalla vita di don Giussani”, un nuovo libro in cui il giornalista spagnolo Fernando de Haro guida il lettore all'incontro con il sacerdote italiano fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, scomparso nel 2005. Dal volume (Editrice Ancora, 320 pagine) pubblichiamo ampi stralci del racconto di un viaggio che nel 1987 don Giussani compì in Giappone, durante il quale fu anche ospite in un monastero buddista.  

Alla fine di giugno del 1987 Giussani si dirige verso l’aeroporto di Roma per intraprendere uno strano e lungo viaggio. La destinazione è Tokyo. Da lì hanno in programma di recarsi a Nagoya, una delle città più popolose del Giappone. Angela Volpe, una giovane italiana del movimento, studia in quel Paese e gli ha inoltrato l’invito a un incontro sulla cultura e l’educazione in Italia.

Il sacerdote accetta quel viaggio di quattro giorni in Giappone per raccontare la sua esperienza di educatore. La sua inclinazione ecumenica lo riempie di curiosità verso la lontana cultura asiatica. Prima di imbarcarsi, controlla più volte il passaporto. Uno sciopero gli ha impedito di arrivare con sufficiente anticipo ed è nervoso. Il volo è lungo, fa scalo a New Delhi. Per facilitare l’incontro con i suoi generosi ospiti ha fatto a meno del clergyman, indossa giacca e cravatta.

Quando arriva a Nagoya ci sono diverse televisioni locali ad attenderlo. Lo presentano come un grande educatore italiano. Al mattino ha un primo incontro con un piccolo gruppo di studenti. Nel pomeriggio è prevista la sua conferenza. Nel salone dove parlerà lo aspettano 500 persone. Della traduzione si occupa un salesiano, che alla fine è esausto.

Giussani dichiara di sentirsi onorato di essere in mezzo a loro, che rappresentano uno dei popoli più grandi, più attivi e più gentili del mondo, chiede scusa di non parlare ancora la lingua e comincia un intervento in cui cita diversi poeti giapponesi. Afferma che, per quanto siano diverse le loro origini geografiche e storiche, nessuna lontananza potrebbe creare un’estraneità totale tra di loro: sono tutti uomini. Esalta la sensibilità della cultura giapponese nel riconoscere l’armonia totale, l’unità tra tutte le cose. Loda la religiosità orientale. E segnala che questa armonia ha una voce, e questa voce, la voce dell’universo che ricerca il vero, il bello e il buono, è il cuore dell’uomo. La questione decisiva è sapere se quella voce ha senso o meno.

Non vuole concludere senza fare un riferimento discreto all’incarnazione. - Mi perdonino, ma, nella mia tradizione, cioè dal mio passato, mi ha raggiunto la notizia che questa voce dell’universo si è fatta un uomo - confessa. Dopo il suo intervento, nasce un dialogo spontaneo con i partecipanti.

Al sacerdote rimane una giornata libera prima del rientro. E, al momento, su insistenza di uno degli amici della Volpe, viene organizzata una visita al Monte Koya, a sud di Osaka. Il Monte Koya è un centro del buddismo Shingon Mikkyo, nato in India, fondato da Kukai Kōbō-Daishi nel VII secolo. Giussani, stremato dal lungo viaggio, dal fuso orario, senza quasi aver dormito, accetta l’invito.

Dopo essere arrivati a Osaka, il gruppo sale su una teleferica e arriva al monastero. Si sfilano le scarpe. E aprendo la porta si ritrovano in un altro mondo, quello proprio dell’Oriente del XVII secolo. L’edificio è tutto di legno, con stanze divise da un separé di carta. Da un giardino curatissimo la vista si apre su un bosco. Habukawa, il maestro dei novizi, riceve Giussani. Si profondono in un intenso abbraccio.

Il bonzo non dimenticherà mai quel momento. Immediatamente si stabilisce una grande sintonia tra i due. Habukawa gli spiega il contenuto della «sala dei tesori» e il significato del bodhisattva Kannon. I due chiacchierano come degli amici di lunga data. L’incontro con questo inaspettato ospite diventa per Habukawa un’esperienza mistica, avverte che Giussani lo aiuta a inserirsi nell’Assoluto.

Quando arriva l’ora di cena, occorre sedersi per terra. La postura non è per nulla comoda per chi non è abituato. Giussani fa grandi sforzi per rispettare le consuetudini del monastero. Gli servono un pasto vegetariano, il cui condimento non lo aggrada. Ma finisce ed elogia tutte le portate. La stanchezza ha la meglio su di lui e si assopisce. Gli offrono un bagno rituale, da realizzare in gruppo, ma con discrezione lo rifiuta. Si sdraia in una stanza separata da una parete di carta da quella dei suoi compagni.

Alle sei di mattina, dopo aver utilizzato i bagni comuni, Giussani e i suoi accompagnatori partecipano alla cerimonia del fuoco. Al termine gli offrono un pane benedetto. Fontolan non è convinto che possano partecipare a un rituale buddista e guarda Giussani, che con enfasi gli fa cenno di mangiarlo.

Di ritorno in Italia, vuole restare in contatto con Habukawa a tutti i costi. Suggerisce ai suoi amici del Meeting di Rimini di invitarlo per un incontro. Il monaco buddista si recherà in diverse occasioni a Milano, e in una di queste, al salutarlo, Giussani farà una confessione con le lacrime agli occhi. – Se quest’uomo fosse vissuto duemila anni fa, se avesse incontrato Cristo, sarebbe uno degli apostoli – commenta.

Quando anni dopo il sacerdote si ammala, non potendo Habukawa recarsi in Italia per fargli visita, gli invia, seguendo una sua tradizione, una somma di denaro. Giussani, in modo sorprendente, ha intessuto un rapporto intenso, da cuore a cuore, con un uomo di un mondo lontanissimo. Ancora una volta, una delle dimensioni della sua vocazione, in questo caso la dimensione ecumenica, si compie in maniera imprevista e dirompente.

* autore del libro “Perché sono un uomo. Scene dalla vita di don Giussani”, Editrice Ancora

Foto: don Giussani con il monaco Habukawa in Giappone (immagine tratta dal sito clonline.org)

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