07/07/2025, 11.35
MYANMAR
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Quattro mesi dopo il terremoto, l’economia del Myanmar resta in ginocchio

di Gregory

La Banca Mondiale ha previsto una contrazione del PIL del 2,5%, mentre si stimano danni diretti per 11 miliardi di dollari. I gruppi religiosi continuano a portare assistenza alla popolazione, ma la povertà, già oltre il 30% prima del sisma, rischia di aumentare ulteriormente. La testimonianza di chi ha perso la casa e continua a vivere in tenda.

Yangon (AsiaNews) - Il terremoto che a fine marzo ha devastato il Myanmar ha ulteriormente aggravato la crisi economica. L’ultimo rapporto della Banca Mondiale ha evidenziato che l’economia nazionale è destinata a contrarsi del 2,5% nell’anno fiscale 2025/26, principalmente a causa delle conseguenze del sisma.

La scossa, di magnitudo 7.7, ha causato danni diretti stimati in 11 miliardi di dollari, pari a circa il 14% del PIL del Paese. Si calcola che oltre 17 milioni di persone sono state colpite nelle regioni di Mandalay, Sagaing, Bago, Naypyidaw e Magway, e tra queste nove milioni hanno subito gravi conseguenze. Il bilancio delle vittime è di 3.700 persone, secondo quanto comunicato dalla giunta militare al potere, ma con ogni probabilità la cifra reale è molto più alta ma impossibile da determinare perché i generali birmani hanno limitato l’ingresso di squadre di soccorso dall’estero.

A Mandalay, migliaia di abitazioni, chiese e monasteri sono stati distrutti o gravemente danneggiati. Anche molte suore si sono ritrovate senza casa. Eppure le religiose continuano a offrire aiuto agli altri. Diversi gruppi religiosi hanno organizzato squadre di pronto intervento per fornire cibo, riparo e assistenza, colmando le lacune lasciate dalle autorità.

“Abbiamo perso la casa nel terremoto e ora viviamo in una piccola tenda”, racconta Nu Jan, una donna cattolica di Mandalay. “Mio marito ha perso il lavoro perché la fabbrica ha chiuso, e i prezzi al mercato continuano a salire. Prego ogni giorno per trovare la forza. Le suore ci portano cibo e acqua, ma abbiamo bisogno di speranza per il futuro. Cerchiamo di restare forti per i nostri figli, ma è molto difficile”.

“Il terremoto ha causato gravi perdite di vite umane e sfollamenti, peggiorando ulteriormente condizioni economiche già difficili. Gli sforzi per la ricostruzione sono essenziali per aiutare le popolazioni più vulnerabili”, ha dichiarato Melinda Good, direttrice della divisione Banca Mondiale per Thailandia e Myanmar.

Diversi settori hanno registrato danni alle proprie fabbriche e infrastrutture. Nelle regioni di Mandalay e Naypyidaw si rischia di perdere un terzo della loro produzione fino a settembre, anche se le attività di ricostruzione potrebbero portare a una parziale ripresa nella seconda parte dell’anno. A livello nazionale, la produzione sarà inferiore di circa 2 miliardi di dollari rispetto alle previsioni pre-terremoto.

Il terremoto si è abbattuto su un Paese già segnato da rigidi controlli su commercio e valuta e forti carenze energetiche. Ad aprile di quest’anno l’inflazione era salita al 34,1% su base annua, mettendo ulteriormente pressione sui risparmi delle famiglie. Il tasso di povertà, al 31% prima del sisma, potrebbe salire di altri 2,8 punti percentuali, secondo gli esperti. 

“Le crisi che si stanno accumulando in Myanmar stanno mettendo a dura prova le capacità di sopravvivenza della popolazione”, ha spiegato l’economista Kim Edwards. “Di conseguenza, sempre più lavoratori accettano occupazioni a basso valore aggiunto e anche l’istruzione dei bambini sta venendo compromessa, un grave rischio per il futuro del Paese”.

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