11/06/2025, 11.16
INDIA
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Rapine con aggressione ai preti: il nuovo volto dell'intolleranza in India

di Nirmala Carvalho

Due gravi episodi sono avvenuti negli ultimi giorni in aree rurali del Jarkhand e dell'Orissa. Diversi sacerdoti costretti a ricorrere alle cure ospedaliere dopo essere stati picchiati, costretti a cantare inni indù e derubati. Il segretario della Conferenza dei vescovi cattolici mons. Aind: "Non si tratta di semplici furti. È un modo per perseguitare e impedire le attività pastorali".

Ranchi (AsiaNews) – Picchiare e rapinare i sacerdoti delle comunità cattolica delle aree rurali. L’intolleranza verso i cristiani in India alimentata dal fanatismo religioso sta assumendo sempre di più anche questo volto, come testimoniano due gravissimi episodi avvenuti negli ultimi giorni.

Domenica notte, a Samsera nel distretto di Simdega, nello Stato indiano del Jharkhand, cinque rapinatori mascherati e armati sono entrati nei locali della chiesa cattolica e hanno saccheggiato circa 800mila rupie (oltre 8mila euro ndr). Durante il furto hanno brutalmente aggredito i preti della comunità. Gli aggressori non solo hanno usato bastoni e armi, ma hanno puntato pistole alla testa dei sacerdoti, costringendoli sotto minaccia a cantare slogan religiosi.

Il parroco, p. Ignatius Toppo, il preside della scuola di Samsera, p. Agustin Dungdung, e il vice parroco p. Roshan sono stati feriti. I tre sono attualmente ricoverati nell’ospedale di Bolba. P. Roshan ha detto che i rapinatori erano in possesso di una chiave duplicata. Prima hanno sfondato la porta della stanza di p. Toppo e lo hanno picchiato, poi sono entrati nelle altre stanze, aggredendo tutti i sacerdoti sotto la minaccia delle armi e costringendoli a cantare slogan religiosi. Uno dei rapinatori aveva una pistola artigianale, un altro un'arma affilata. P. Ignatius Toppo ha rivelato che la chiesa di Samsera era stata già presa di mira due volte, questo è il terzo furto subisce.

“Non si tratta di semplici furti – commenta ad AsiaNew il segretario generale della Conferenza dei vescovi cattolici dell’India (Ccbi) mons. Vincent Aind -. È un modo per perseguitare, disturbare e impedire a queste comunità di svolgere i propri normali doveri. È il segnale che non tollerano nessun'altra religione, tanto meno qualsiasi gesto umanitario, reso possibile dalle nostre buone pratiche religiose. Sono tattiche diverse di molestie e violenze contro chi pratica il cristianesimo, mancando di rispetto alla Costituzione indiana”.

Pochi giorni fa la stessa cosa era accaduta in Orissa: il vescovo della diocesi di Sambalpur, mons. Niranjan Sual Singh, ha raccontato che nella notte tra il 22 e il 23 maggio, due sacerdoti, p. Linus Puthenveet (90 anni) e padre Sylvin Kalam (43), sono stati picchiati brutalmente durante un attacco al Carmel Niketan Ashram di Kuchinda Charwachi. Sette persone sono entrate nelle stanze, mentre altre quattro stavano fuori. L’attacco era finalizzato alla richiesta di denaro. Gli aggressori hanno portato via 30.000 rupie, una stampante e un pianoforte elettrico dopo aver picchiato, legato mani e piedi e imbavagliato i sacerdoti. Il vescovo Niranjan Sual Singh ha detto ad AsiaNews: “Fino ad oggi non è stato effettuato alcun arresto. Questo è il modus operandi nelle parrocchie rurali: uomini mascherati e armati irrompono nelle residenze dei sacerdoti, li legano e li picchiano senza pietà. Se il movente è davvero il furto, perché viene aggredito solo il nostro clero? Ho presentato una denuncia ufficiale e ho scritto alle autorità: la legge deve fare il suo corso”.

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