27/07/2022, 10.03
RUSSIA
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San Pietroburgo: clinica mobile aiuta poveri e migranti

di Vladimir Rozanskij

Ideatore della struttura di beneficenza è il dott. Ievkov. Il sostegno a chi fugge dal conflitto in Ucraina. All’iniziativa contribuisce l'associazione della gioventù ortodossa "Kinonia". Migranti assistiti anche per sistemare i documenti, trovare posto negli ostelli e tornare a casa in Ucraina, Bielorussia o Kazakistan.

Mosca (AsiaNews) – A San Pietroburgo c'è una struttura di beneficenza, attiva già da qualche anno, messa in piedi dal giovane dottore Sergej Ievkov (v. foto), oggi 30enne. Dopo i primi tempi di lavoro in ospedale, egli aveva compreso di non essere interessato alla carriera, vedendo quanto le cure pubbliche fossero inaccessibili per tante persone.

Intorno a Ievkov si è formato un gruppetto di persone con la stessa sensibilità che ha iniziato ad animare la clinica mobile: i medici sono ora alla ricerca di una sede stabile e più capace.

Al momento la clinica, che segue un paziente per volta, sta seguendo una donna 40enne ucraina, giunta a San Pietroburgo senza documenti. Svetlana è malata di Aids e di tumore, che si sono manifestati solo una volta arrivata in Russia un mese fa, in fuga da un paesino della repubblica separatista di Donetsk. Si sta cercando di ricoverarla in qualche ospedale, come Ievkov racconta a Sever.Realii, e ci sono buone speranze di riuscire ad affrontare la sua emergenza, anche grazie alla collaborazione dei colleghi di un'altra associazione, "Azione umanitaria".

Ai pazienti della clinica mobile sono offerti i test-express per le infezioni socialmente significative, i vaccini Covid-19 e antinfluenzali, e perfino i servizi oftalmici. Ievkov ha studiato otto mesi in una scuola di Mosca di filantropia professionale, diventando ufficialmente un dirigente di organizzazione non commerciale e seguendo molti progetti, sia singoli che di gruppo.

La Costituzione russa, in parte erede del passato sovietico, garantisce l'assistenza sanitaria a tutti i cittadini, ma la realtà è ben diversa. Ievkov è stato spinto dalle necessità dei migranti lavorativi, prima ancora della pandemia e della guerra, soprattutto per seguire i bambini, per prevenire le malattie che possono pregiudicare la loro intera esistenza.

Come racconta il medico, "ho dovuto informarmi sui diritti dei più deboli, e imparare a fare il dottore di strada". Il nostro progetto si mantiene anche grazie al partenariato dell'associazione della gioventù ortodossa "Kinonia", che ha organizzato diverse unità della clinica mobile, usando i furgoni "Gazel" adattati alle esigenze sanitarie. "I nostri pazienti si sentono al sicuro, insieme a persone che li capiscono, anche se non facciamo altro che disporre i normali servizi di un piccolo studio medico".

Il racconto di Ievkov è confermato da Vitalij Kurdeko, un laico collaboratore delle parrocchie delle chiese dell'Annunciazione e della Natività di Cristo sulla prospettiva Piskarevo, una grande via centrale di San Pietroburgo. Kurdeko è il responsabile delle iniziative sociali e caritative della chiesa, collabora con Kinonia dal 2015, e spiega di aver capito in queste opere quello che afferma la Sacra Scrittura, che "la fede senza le opere è morta".

Kurdeko spiega che "prima di diventare un credente attivo io ero come tutti, giudicavo le persone e guardavo con ribrezzo ai vagabondi senza tetto, poi ho capito che loro sono i lebbrosi del XXI secolo, a cui la società ha voltato le spalle". Con i ragazzi della parrocchia hanno organizzato anche una mensa sulla prospettiva Tukhacevskaja, molto frequentata soprattutto alla domenica.

I giovani aiutano i migranti a sistemare i documenti, a trovare posto negli ostelli e a tornare a casa in Ucraina, in Bielorussia o in Kazakistan, tenendo i contatti con i relativi consolati. Fino al 24 febbraio il rapporto con l'ambasciata ucraina era ottimo, gli stessi diplomatici mandavano i poveri e i malati bisognosi di assistenza. Oggi anche la carità viene frenata dalla guerra, ma non si ferma comunque.

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