07/03/2007, 00.00
SIRIA
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Scarsa attenzione e ancor meno aspettative a Damasco per le elezioni politiche

di Jihad Issa
Attesa una partecipazione reale del 15%, perché, spiega ad AsiaNews un avvocato cattolico, “i risultati si sapranno prima del voto” e perché in un Paese dove più dell'80% dei 20 milioni di abitanti non guadagna più di 200 dollari al mese, il popolo non sarà molto interessato.

Damasco (AsiaNews) – Scarsa attenzione ed ancor meno aspettative a Damasco per le elezioni di fine marzo per eleggere i membri della "Camera del Popolo", come è chiamato il Parlamento nella Costituzione, emanata nel 1973, ai tempi di Hafez El Assad, padre dell'attuale presidente Bachar El Assad.

“Non cambierà nulla”, ha sintetizzato un vescovo siriano. E l’avvocato cattolico Michel Chammas, parlando con AsiaNews, sostiene che le richieste sulla necessità di emendare le norme costituzionali non cambieranno nulla, perché in un Paese dove più dell'80% dei 20 milioni di abitanti sono poveri e non guadagnano più di 200 dollari al mese, il popolo non sarà molto interessato. “La prima condizione per una partecipazione alla vita civica e politica si basa sulla pace sociale, una pace gia scomparsa da molti anni. E quando le statistiche prevedono una partecipazione non superiore al 15%,questo è gia un fatto”. La percentuale, a suo avviso, non cambierà fin quando il popolo continuerà ad essere strumentalizzato, continueranno a spadroneggiare la corruzione ed il carovita, “senza parlare dello sfruttamento delle persone e della mancanza di libertà di pensiero e del predominio del partito unico”.

A una domanda sull'atteggiamento della comunità internazionale e in particolare dell’Europa verso le prossime elezioni, l'avvocato Chammas afferma “il disinteresse del mondo, perché i risultati si sapranno prima del voto” e non è prevista la presenza di osservatori internazioni, come è accaduto in Libano due ani fa. "Il mondo sarà sensibilizzato e si sentirà interessato quando sarà abolito lo stato d'emergenza, saranno liberati i prigionieri politici e quando saranno emanate leggi che concedono la libertà politica e la politica sarà accessibile a tutti e quando, infine, avremo una stampa libera”.

Chammas, poi, non  vede alcun collegamento tra elezioni di marzo e quelle presidenziali di luglio, perché, spiega, a luglio non avremo elezioni, ma solamente un referendum sulla politica presidenziale, anche se in concreto non c’è differenza. L'avvocato Chammas, infine critica la legge attuale, che impone come requisiti per la candidatura alla presidenza di essere musulmano e membro del partito Al Baath, perché “questi requisiti non sono conformi alla storia del nostro Paese, ‘Culla del Cristianesimo’ ”.

 

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